Una sterzata all'economia arianese e in particolare alla produzione del gesso? E' quanto emerge dalla delibera della giunta comunale di Ariano Irpino, con cui si è dato l'ok ad avanzare alla Regione Campania la richiesta di promuovere il polo di Ariano Irpino e Savignano Irpino quale "Area di Crisi non complessa". Ciò permetterebbe di ottenere le agevolazioni per le aree industriali non complesse previste dalla legge 181 del 1989.
Nella delibera, la giunta ha fatto riferimento al rilancio della filiera del gesso dell'area ariano-savignanese, che un tempo presentava sette gessifici, un cementificio, una fabbrica di pannelli, tre aziende di trasporto specializzato, cinque cave e quasi duemila occupati. Essa è, poi, l'unica possibile per la produzione di gesso e avrebbe i requisiti richiesti per essere definita come "area di crisi non complessa" e ottenere, quindi tali benefici economici. Questo perché la zona sta da anni vivendo una crisi determinata da vari fattori: la cessazione del 95% delle attività di produzione del gesso, i vari impianti dismessi, la chiusura delle cave e, non ultimo, anche la chiusura dello stabilimento Iveco Valle Ufita, che ha fatto salire l'indice della disoccupazione nell'area.
Quella di Ariano e Savignano, oltre che un'area in crisi, è un'area anche molto importante perché di collegamento con la regione Puglia e inoltre esisterebbe già l'Area Industriale Pip in località Camporeale, che potrebbe essere individuata quale zona industriale da cui far ripartire la produzione del gesso. Nella delibera si legge che è necessario "invertire la tendenza in atto" per risolvere la crisi occupazionale della zona. Invertire la tendenza per ripartire una volta per tutte.