Harambee – Movimento per i beni comuni esprime una propria posizione politica in merito ai risultati elettorali delle elezioni nazionali del 24 e 25 febbraio 2013.
Questo documento è frutto di due settimane di riflessione e di discussione collettiva. Abbiamo vissuto una campagna elettorale difficile. Fredda nel clima sia meteorologico che politico. Un popolo, quello italiano, sicuramente imbastardito da venti anni di incultura politica e civile. Una nazione votata culturalmente a un paradigma di valori che non poteva certamente favorire un risultato tanto diverso da quello che è uscito dalle urne. Pensiamo a valori come la furbizia, i condoni, l'intolleranza razziale, la tolleranza o peggio ancora la connivenza con la malavita, la disonestà, la voglia di emergere a tutti i costi, l'individualismo, l'esaltazione dell'apparire, la penalizzazione e la messa in ridicolo del pensiero e della cultura in favore della superficialità e della frivolezza, la volgarità, il sessismo, l'aggressività, la messa in mora della solidarietà. Questo paradigma, veicolato scientificamente come un virus nell'immaginario collettivo attraverso i media di massa, è diventato parte integrale del DNA sociale, politico, culturale e non ultimo anche economico del paese. Già da tempo abbiamo votato qui ad Harambee un documento politico in cui condannavamo il berlusconismo. Ovviamente non per una presa di posizione ideologica. Harambee infatti non risponde né a partiti e né a ideologie precostituite. Ma semplicemente perché il nostro Movimento trova insufficiente il risultato tangibile e concreto che i governi Berlusconi hanno restituito in così tanti anni. Troviamo ingiustificabile la triste condizione in cui ci hanno condotto. Governi che fra l'altro, con la promessa mai onorata di una rivoluzione liberale, hanno goduto di una stabilità e di una solidità che mai si erano vissute nella storia repubblicana dell'Italia. Dunque condanniamo soprattutto le innumerevoli occasioni perse da chi ha avuto la grande opportunità di cambiare questo paese e invece non l'ha fatto impiegando il suo tempo politico in tutt'altro. Pertanto Harambee non può che guardare mestamente alla rimonta del PDL e della Lega che tanto distanti sono dai valori fondanti del nostro Movimento. Harambee come movimento potrebbe apparire qualcosa di assimilabile al Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo. Ci dispiace dover deludere chi pensava questo. Ad Harambee, sebbene diversi per costituzione, meccanismi e sentire politico dai partiti tradizionalmente intesi, non riusciamo a condividere dei punti fondamentali che hanno caratterizzato il M5S in questa campagna elettorale. Si può partire dalla sufficienza con cui hanno trattato il fenomeno neofascista di Casapound. Abbiamo guardato il video integrale e siamo rimasti esterrefatti dalle affermazioni di cortesia e complicità di Grillo in persona verso i militanti neofascisti. Abbiamo ascoltato le parole della neo capogruppo del M5S alla camera Lombardi rispetto al triste ventennio. E anche là ci siamo sentiti enormemente distanti. Harambee resta profondamente antifascista e questo è per noi un tratto distintivo e imprescindibile che proviene dalla profonda consapevolezza della nostra storia recente e della tendenza del nostro popolo al fanatismo politico, a innamorarsi troppo spesso dell'uomo forte, del capitano solo al comando. Harambee invece ha una visione troppo plurale della politica per soprassedere. Poi l'antirazzismo, che figura fra i nostri valori fondanti, rende intollerabile l'insensibilità del M5S allo “Ius soli” per i bambini nati e cresciuti in Italia ma figli di extracomunitari. E poi c'è la spinosa questione del finanziamento ai partiti. Harambee è convinto che la politica rientri fra i diritti dei cittadini, al pari della pubblica istruzione, della sanità, della giustizia e così via. Pertanto essa non può trovare il proprio sostentamento solo nelle donazioni private o in qualche miliardario magnate che con interessata generosità finanzi attività politiche di sorta e con possibili pericolose riconoscenze. La libertà della politica si garantisce solo con un equo finanziamento pubblico ma sorretto da una legge severa e intransigente sulla trasparenza. Una legge che finanzi la politica dal basso, cioè partendo direttamente dai livelli territoriali delle organizzazioni e non dai comitati centrali. Inoltre le dinamiche molto autoritarie che vigono nel M5S sicuramente ci impensieriscono. Quanto a Italia Bene Comune va ricordato, benché sia uno schieramento sostanzialmente diverso nella cultura politica dal berlusconismo, che troppi punti oscuri adombrano la fiducia verso una coalizione che dovrebbe essere la fisiologica alternativa alla destra in questo paese per permettere una sana opportunità di alternanza. Primo fra tutti la torbida connivenza con il berlusconismo che ha caratterizzato, negli ultimi venti anni, ogni occasione governativa della sinistra. Va poi riconosciuto che troppo spesso quando questa sinistra è stata al governo abbiamo dovuto assistere ad azioni politiche intollerabili come, solo per fare due esempi, il finanziamento delle spese militari e quello della scuola privata. Condanniamo ancora la mancanza di coraggio e di incisività del PD nel sostegno al governo tecnico di Mario Monti che ha penalizzato fortemente le classi medio-basse a vantaggio di grandi interessi economici come banche e assicurazioni, a tutela delle gerarchie ecclesiastiche e in generale delle classi alte. Il PD avrebbe dovuto tutelare tutt'altro. E poi i numerosi e odiosi scandali sulla gestione dei finanziamenti ai partiti e i rapporti malati con certi ambienti della finanza. E per concludere il grande difetto di comunicazione in questa campagna elettorale di febbraio 2013 durante la quale forse si sarebbe dovuto considerare meglio quale popolo si aveva davanti. Ci ritroviamo con un paese bloccato e alla deriva verso lo sfascio economico totale, e un parlamento incastrato fra tre forze più o meno equipotenti. Harambee pone una priorità su tutte: un governo urgente per affrontare subito la crisi economica e riformare storture istituzionali che non sono più sostenibili, come la legge elettorale, il dilagare della corruzione, i costi della politica e il conflitto di interessi. Allo stato dei fatti ci auguriamo due cose in particolare: che le uniche due forze a cui ora ci si può affidare, e cioè PD e M5S, trovino quanto prima un'intesa per adottare decisioni urgenti e cambiare in meglio questo paese, nel rispetto e nel riconoscimento reciproco.
La seconda questione è l'applicazione della legge 361 del 1957, che la sinistra in venti anni non ha mai voluto considerare, la quale legge rende di fatto ineleggibile chi è in condizione di conflitto di interessi sulla base di concessioni pubbliche come ad esempio le frequenze televisive. Su questa vicenda Harambee aderisce in pieno alla campagna su internet della rivista Micro Mega che sta raccogliendo adesioni per sensibilizzare il nostro parlamento ad applicare finalmente questa legge. In definitiva crediamo che il momento politico richieda un grande gesto di responsabilità. Abbiamo in questa fase due forze politiche, PD e M5S, che nella loro espressione migliore rappresentano insieme esperienza, competenza, innovazione, entusiasmo, freschezza politica e voglia di cambiare. Chi adesso ha i numeri in parlamento si trova sopra una bilancia e i cittadini ne stanno valutando attentamente il peso, il valore, la credibilità, l'affidabilità e l'onestà intellettuale. Harambee si augura e si aspetta un governo, magari anche solo di scopo, che sappia tuttavia portare a casa almeno una decina di risultati politici utili e irrinunciabili di cui questo paese ha un disperato bisogno e urgenza.