"E adesso andate via" - Analisi del voto

di , Martedì, 27 Maggio 2014

“E adesso andate via, voglio restare solo”. Così cantava Massimo Ranieri. Lui aveva perso l’amore, gli abitanti di Ariano, invece, hanno perso la testa. Dopo aver passato cinque anni a lamentarsi della cattiva amministrazione dell’ex sindaco Mainiero, alla fine gli arianesi hanno scelto. Hanno scelto di dare una nuova possibilità a chi in questi cinque anni, e non solo, ha contribuito a “non governare”. Strana scelta, ma il popolo è sovrano. Lascia, però, almeno perplessi il dato finale. Al ballottaggio ci andranno Mimmo Gambacorta, ex primo cittadino, e Michele Caso, le cui coalizioni, in cui comunque ci sono alcuni volti nuovi, sono costituite dai soliti vecchi personaggi. Risalta l’impresa sfiorata da Giovanni La Vita, che ha combattuto una battaglia che sembrava persa in partenza e l’ha fatto riuscendo quasi a guadagnarsi la possibilità di giocarsi le sue carte al secondo turno. Molti voti disgiunti. Le tre coalizioni di centrodestra hanno raccolto più voti dei loro tre candidati alla carica di sindaco. L’esatto contrario di ciò che è accaduto a La Vita, che ha probabilmente intercettato moltissimi voti a destra. Ciò era stato previsto. Esattamente come era stato previsto che avrebbe perso voti a sinistra. Passi il buon risultato di Santosuosso, ma pesano come un macigno i voti ottenuti da Guido Riccio, sostenuto da Pd e Psi e, pur senza una lista vera e propria, da Ariano in Movimento. Sarebbe bastata meno della metà dei voti di Riccio a La Vita per superare Caso e sfidare Gambacorta al ballottaggio. Ma tutto questo nell’ambiente della sinistra arianese era risaputo; l’azione del Pd e del Psi, senza speranze di vittoria, è sembrata solo un’azione di disturbo. A quanto pare riuscita. Dopo questa premessa, si può analizzare, brevemente, il voto dato dai cittadini a ciascun candidato.

Gambacorta. Il risultato dell’ex sindaco è meno positivo di ciò che nel suo entourage si prevedeva. È sicuramente solida la base di partenza. Come al solito, col suo carisma, è riuscito a staccare la concorrenza. Ma, a ben vedere, sarà deluso dall’essere arrivato molto lontano dalla vittoria al primo turno, che qualcuno nel suo ambiente proclamava dall’inizio della campagna elettorale. È il più votato, ma il suo è tutto tranne che un trionfo.

Caso. Ha rischiato davvero grosso. Anche in questo caso nessun trionfo. Semmai il raggiungimento del ballottaggio è un sospiro di sollievo. Se la sinistra si fosse unita sarebbe stato lui a pagare dazio. Il Pd è uscito dalla sua coalizione qualche settimana prima della presentazione delle liste, ma gli ha fatto comunque un grande favore. Ringraziamenti sentiti.

La Vita. È la vera sorpresa. In precedenza si era detto che, pur rappresentando una novità rispetto al resto del panorama politico, avrebbe dovuto lottare contro gli ostacoli del suo stesso mondo. Le divisioni del Pd e del Psi e la mancata convergenza con Ariano in Movimento rischiavano di penalizzarlo. Qualcuno diceva: “sì ma al massimo saranno 300-400 voti”. Proprio quelli che sono mancati all’appello. Uniti si vince. Divisi è più difficile. Ballottaggio sfiorato, resta solo la vittoria morale. Per quello che conta.

Ciasullo. Liste giovani e piazze piene. Ma alla fine tutti questi voti non sono arrivati. Aver preso più del 10% per un candidato giovane non è male, ma il messaggio di novità non è stato percepito, visto che alla fine hanno “vinto” gli altri due centro-destra. Ora, però, resta l’incognita ballottaggio. Verso chi andranno i suoi voti? Se dovessero convergere verso l’uno o verso l’altro contendente di tutto staremmo a parlare tranne che di una “svolta popolare”.

Santosuosso. Nonostante la mossa non proprio coerente di entrare nella “Santa Alleanza” per poi uscirne e andare da solo, Santosuosso ha retto bene. Il suo è stato un ottimo risultato, come dimostra anche il voto disgiunto, che in parte ha premiato anche lui. Adesso tutti andranno da lui per chiedere un apparentamento. Si riappacificherà con la coalizione di Caso oppure troverà un nuovo alleato? Pochi giorni e lo sapremo.

Riccio. È riuscito, probabilmente, a togliere voti a La Vita. Il Pd, che alle Europee ha preso 4000 voti in città (risultato storico), ha raccolto ben poco alle comunali. Segnale che forse il merito di quel risultato non è da attribuire ai vertici arianesi. Dopo aver provato a tutti i modi ad entrare nella “Santa Alleanza” hanno deciso di defilarsi. E i risultati si sono visti.

Finita l’analisi singola, due righe su quella generale. Riprendendo le righe iniziali si può dire che, a prescindere dal risultato finale del ballottaggio, la città sarà governata da chi ha sbagliato finora. Vento del cambiamento? No, solo il solito vento freddo arianese, con una spruzzatina di nebbia (nelle menti del popolo). Dopo aver aperto con Ranieri, si chiude ancora con lui e con la stessa canzone. Nel ritornello cantava, ad un certo punto, dicendo “sbattere la testa mille volte contro il muro”. Ad Ariano stanno facendo questo. Ma dubito che se ne stiano accorgendo.



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