D come Sport – parole alle donne, quarto appuntamento. Questa settimana la protagonista è Simona Iannarone, giovanissima campionessa arianese di Karate. A 19 anni l’allieva del maestro Antonio Salza ha già conquistato due medaglie di bronzo, vinte ai Mondiali di Bratislava 2019. Simona è iscritta al primo anno di scienze motorie.
Ciao Simona, com’è nata la tua passione per il karate?
E’ stato mio padre a volere che praticassi uno sport che mi aiutassi a capire bene la disciplina e che mi insegnasse l’autodifesa. Ho cominciato a 10 anni, con il karate è stato un amore a prima vista. Mio padre è stato sempre presente alle mie gare, un motivo in più per cercare di fare sempre bene in questo bellissimo sport.
Il karate è uno sport molto fisico, pensi che possa influire sulla tua femminilità?
In verità nelle arti marziali il contatto è ridotto al minimo. E’ uno sport di grande concentrazione, tanto che quando combatto non vengo influenzata neanche dalla presenza del pubblico. Non credo che possa incidere sulla mia femminilità, così come penso che praticare la danza non possa andare ad intaccare la mascolinità di un ballerino. Si può essere molto femminili anche indossando il kimono.
Stai affrontando un periodo importante di crescita della tua vita, in quale aspetto della tua vita ti ha cambiato il karate?
Il karate mi ha aiutato molto a superare la mia timidezza, ho imparato ad avere il controllo del mio corpo e dei miei nervi. Sono felice quando sono in gara, cerco di godermi al massimo quei momenti cercando di fare sempre del mio meglio. Il karate mi ha anche fatto capire quanto sia importante rispettare l’avversario. Un aspetto che è molto importante anche nella vita di tutti i giorni.
Com’è il tuo rapporto con il maestro Antonio Salza?
Non siamo solo maestro e allieva, anche perché dopo 10 anni di allenamenti con lui lo vedo come un secondo padre. Il maestro è un esempio da seguire. Allenarsi con lui è anche molto divertente, perché cerca sempre di sdrammatizzare qualsiasi tipo di situazione. E’ stata ed è una figura molto importante per la mia crescita sportiva e umana.
Essere adolescente con il Covid che tipo di esperienza è?
Non è certamente un bel periodo, soprattutto perché al primo anno di università è tutto più complicato non potendo frequentare i corsi e sostenere gli esami di persona. Mi manca il contatto con i compagni di allenamento. Ci vediamo con le videochiamate, ma non può mai essere la stessa cosa. Mi manca anche la preparazione alle gare, così come l’ansia della prestazione. Ma non mi sento penalizzata a chi è stata adolescente prima di me, ogni epoca ha le sue problematiche.
Riesci a conciliare lo studio con lo sport?
Non è facile, ma sono convinta che se si vogliono ottenere determinati risultati nella vita bisogna compiere dei sacrifici. Sapere di avere due attività importanti come l’università e il karate mi aiuta a capire come distribuire il mio tempo durante la giornata. Un’abitudine che sicuramente mi potrà essere utile anche in futuro, quando avrà una carriera professionale.
Che ruolo pensi possa avere il karate nella tua vita in futuro?
Cercherò di continuare a praticarlo, anche se non dovesse diventare una vera e propria professione. Al di là delle scelte che farò in futuro vorrei insegnare il karate ai ragazzi e alle ragazze più giovani di me. Insegnare agli altri quello che ho imparato nel corso degli anni e che è stato molto importante per la mia crescita.
Sei molto giovane, ma hai già un’importante esperienza sportiva alle spalle. Pensi che lo sport femminile abbia la giusta considerazione in Italia?
Penso che sia molto sottovalutato, il calcio come il karate praticato dalle donne non ha lo spazio che meriterebbe sui mezzi di informazione. In Italia c’è ancora quel concetto arretrato che la donna debba fare soltanto la madre. Sembra incredibile a dirsi nel 2020, ma purtroppo in tanti casi è ancora così. Spero che le lotte che stanno portando avanti le donne, nello sport e nella vita di tutti i giorni, possano cancellare questi vecchi stereotipi una volta per tutte.
Qual è il tuo campione o campionessa dello sport attuale?
Ci sono tanti atleti che seguo e da cui cerco di imparare, ma la mia preferita è Sara Cardin. E’ una grande campionessa del karate, oltre ad essere una bella donna. La Cardin è un esempio per tutte le donne che fanno sport. La dimostrazione vivente che si può fare sport, anche duri, senza dimenticare di essere donna neanche per un solo istante.
19 anni, ma idee molto chiare su quello che è il suo presente e il suo futuro. Spesso si parla di adolescenti pigri e che si stanno allontanando dallo sport. Simona Iannarone smentisce tutto questo e dalle sue risposte si può chiaramente capire che il futuro può essere decisamente delle donne. Sicuramente per le donne come lei.