DcomeSport questa settimana ha come protagonista il rugby arianese. Annachiara Armonico è addetto stampa e comunicazione dell’Ariano Rugby, che porta avanti la palla ovale sul Tricolle. Un movimento, che come tantissimi altri, ha subito un netto rallentamento a causa dell’emergenza Coronavirus. L’Ariano Rugby, gemellato con il IV Circolo Benevento, ricomincerà a giocare il prossimo 7 marzo. Sperando che non ci siano ulteriori rinvii.
Ciao Annachiara, come nasce la tua passione per lo sport?
La mia famiglia è formata da appassionati e praticanti di sport. Mio padre mi ha trasmesso la passione per l’attività sportiva, così anche per mio fratello Giuseppe. Ho subito capito l’importanza dei valori dello sport, cercando di applicarli alla vita di tutti i giorni nel corse delle mie esperienze.
In particolare come nasce il rapporto con il rugby?
E’ nata quasi per caso, negli anni dell’università a Roma. Sono andata a vedere una partita dell’Italia al Sei Nazioni e sono rimasta affascinata dall’atmosfera del pre e post-partita. Il rugby è uno sport unico in tanti aspetti, il terzo tempo è uno di questi. Dopo aver visto i mitici All Blacks della Nuova Zelanda è sbocciato definitivamente l’amore per la palla ovale.
Nonostante sia una disciplina sportiva praticata in tutto il mondo, come mai in Italia e, soprattutto al sud, non è così diffuso?
E’ un problema di tradizione nazionale. Il rugby in Italia ha alcuni luoghi dove c’è una cultura rugbistica di alto livello, come la vicina Benevento ad esempio. Vengono trasmesse poche partite anche in tv e c’è poca comunicazione da parte dei mezzi di informazione. Si parla delle fidanzate dei calciatori e non delle partite delle squadre italiane nelle coppe europee o di quelle delle nazionali italiane, maschili e femminili.
Come consideri il livello del rugby femminile nel mondo e in Italia?
La nazionale italiana ha raggiunto un buon livello, anche meglio di quella maschile. I risultati ci sono, ma è chiaro che il movimento del rugby femminile italiano andrebbe aiutato molto. Le partite dell’Italia Femminile di rugby sono praticamente introvabili. Questo è certamente colpa di un maschilismo purtroppo ancora radicato, anche nello sport. Si tende a sottovalutare lo sport femminile, per tantissime attività. Le giocatrici della nazionale italiane non sono neanche considerate professioniste a tutti gli effetti, usufruiscono solo di un rimborso spese. E questo, al giorno d’oggi, è davvero inaccettabile. Inoltre si fanno disputare le partite in impianti poco adeguati, anche per quanto riguarda le riprese televisive.
Di cosa ha bisogno il rugby arianese per crescere?
Innanzitutto ci vorrebbero più appassionati di rugby, che possano portare conoscenze e competenze nella nostra città. L’Ariano Rugby sta crescendo grazie all’aiuto del Iv Circolo Benevento, che ci aiuta nel migliorare tutti gli aspetti della nostra società. Bisognerebbe far conoscere il rugby nelle scuole, già dalle elementari. L’ideale sarebbe alternare i vari sport da far praticare ai bambini. Il rugby a tanti genitori fa paura, viene considerato uno sport violento. Farlo giocare servirebbe anche a farlo conoscere meglio, ai grandi e ai bambini.
Qual è stato il danno più grande di un anno vissuto quasi interamente senza poter praticare sport?
La socialità ormai persa, dopo mesi e mesi passati lontani. L’allenamento era la valvola si sfogo, utile per lasciare i problemi del lavoro, di casa, davanti al cancello del campo. Allenarsi e poi bere una cosa tutti insieme, mischiando le esperienze di vita e confrontandosi tra persone di tutte le età. Per noi dell’Ariano Rugby manca anche andare a Benevento una volta a settimana, per allenarci con gli amici del IV Circolo. Un ulteriore danno creato dal Covid.
Quali ritieni possano essere gli obiettivi, a medio-lungo termine, del rugby arianese?
Il sogno è quello di creare delle squadre, senior e junior, interamente di Ariano, con una propria casa. Per i più giovani sarebbe bellissimo creare tante squadre (Under 14, 12,1) attraverso i progetti scuola di cui parlavo in precedenza. Mi auguro che l’Arena Mennea possa diventare stabilmente la casa del rugby arianese. Sarebbe molto importante per tutti noi avere una così bella struttura come punto di ritrovo per allenamenti e partite.
Infine ti chiedo qual è il tuo campione o la tua campionessa del cuore?
Due su tutti: Bebe Vio e Martin Castrogiovanni. Due persone che hanno una storia molto diversa e che, tra l’altro, sono molto amici. Esempi di diversità che ce l’hanno fatta a diventare sportivi a cui rifarsi, da cercare di emulare. I ragazzini di oggi hanno come mito la ricchezza e la fama, di cui i social traboccano. Ma lo sport non è una fotografia patinata sul macchinone, è ben altro. I due campioni che ho citato lo dimostrano, perché sono campioni nella vita prima che nello sport.
Annachiara Armonico ci ha trasmesso in pieno cosa voglia dire il rugby. Lei, il presidente Francesco Pagliarulo e i tanti ragazzi coinvolti nell’Ariano Rugby sono pronti a ributtarsi nella mischia e andare a meta. Con l’aiuto di tutta la comunità del Tricolle e, questo lo si spera davvero, senza più interruzioni impreviste.