D come Sport questa settimana ha come protagonista Giusy Cardinale. Arianese trapiantata a Milano, avvocato di professione, Giusy è da sempre vicino alle attività sportive arianesi, essendo stata anche presidente del Panathlon dal 2016 al 2020. Con questa intervista vogliamo ricordare il compianto Antonio Emilio Gambacorta, scomparso lo scorso 29 dicembre.
Ho iniziato a praticare sport, nello specifico danza classica, all’età di 3 anni e mezzo innamorandomi di questa pratica sportiva dopo aver assistito all’esibizione organizzata dalla scuola di danza che frequentava una mia cara compagna di scuola. Da quel momento è nata una grande passione che coltivo ancora oggi svolgendo una diversa attività professionale. Oltre alla danza, sicuramente un ruolo importante per il mio avvicinamento ad altri sport, come nuoto e tennis, è stato svolto dal Club La Tartaruga della quale la mia famiglia è socia sin da quando ero molto piccola e presso il quale ho trascorso grande parte della mia adolescenza.
Da 3 anni ormai vivo a Milano e percepisco fortemente la differenza nell’idea di sport tra Nord e Sud Italia non tanto per chi lo pratica, poiché a spingere ognuno di noi è sempre la dedizione in ciò che si fa, ma piuttosto nel ruolo che le istituzioni hanno nella promozione di alcune discipline e delle iniziative a queste correlate.
Le associazioni sportive del nostro territorio credo stiano svolgendo un ottimo lavoro nel portare avanti gli ideali sportivi di rispetto e fair play e nell’organizzazione di tornei, eventi benefici, ecc. tali da incuriosire e avvicinare allo sport anche coloro che ancora non lo praticano in maniera assidua.
E’ difficile per me trovare una risposta esaustiva a questa domanda. Posso dire con grande gioia di aver appreso grandi insegnamenti, in particolare nell’ambito dell’associazionismo, da parte del Dott. Gambacorta. Ho ammirato molto la sua dedizione in tutte le attività che ha intrapreso, dentro e fuori dai campi da gioco. E’ stato il mio mentore su tante cose e sono fiera di aver potuto realizzare insieme a lui tanti progetti, in particolare nel Panathlon, nel quale mi ha voluta fortemente prima come cerimoniera e poi come Presidente del Club di Ariano Irpino. Uno dei primissimi ricordi che ho di lui risale a quando avevo circa 7-8 anni, erano i primi giorni del mese di settembre, e stavo giocando a ping pong con una mia amica presso il Club La Tartaruga. Nel passare davanti a noi per recarsi negli uffici del Club si è soffermato a guardarci giocare e alla fine della partita ha detto:“Questo posto è nato per i giovani e deve essere vissuto per i giovani. Visto che siete così brave perché non vi sfidate in un campo più grande?”. Noi ci siamo guardate e dopo che ci ha consegnato due racchette in prestito ci ha informato di averci regalato un mese di prova per il corso di tennis. Da allora il tennis è stata un’altra passione costante della mia vita.
Credo che il Dott. Gambacorta abbia lasciato un grande segno nella nostra comunità e tutti noi abbiamo il dovere di portare avanti la sua eredità con grande orgoglio e dedizione così come ha fatto lui per tutta la sua esistenza. Il Dott. Gambacorta si è speso molto soprattutto per eliminare la disparità di trattamento nelle pratiche sportive tra persone cosiddette “normali” e persone con disabilità fisiche e patologie neurosensoriali. Quindi la mia risposta è: sì e cercherò di essere la prima a dare questo impulso insieme a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di condividere con lui la passione per lo sport e per l’associazionismo.
In tutti i ruoli di “potere” in Italia vige ancora il solito maschilismo imperante, che purtroppo ostacola l’ingresso a noi donne impedendoci di dare un contributo non migliore, ma semplicemente ulteriore e diverso rispetto a quello fornito da parte degli uomini.
Gli eventi degli ultimi anni stanno cambiando molto la percezione della donna, quindi forse in un prossimo futuro si arriverà ad avere una donna come presidente del CONI.
Direi assolutamente di cultura e forse anche di risonanza mediatica. Si investe ancora troppo poco sulle atlete, fatta eccezione per casi eccezionali. Soprattutto per gli sport di squadra non viene dato il giusto risalto a grandi atlete alle quali inevitabilmente vengono negate importanti chance di crescita.
La maternità per noi donne è sicuramente un momento molto importante della nostra vita, che purtroppo ancora oggi ci dà grosse preoccupazioni. Sia per le ripercussioni che può avere nella realizzazione personale in ogni ambito sportivo e professionale sia proprio per la mancanza di adeguate tutele.
Difficile scegliere, ma direi la grande Carla Fracci, per il ruolo che ha svolto nel far conoscere la danza in Italia e nel mondo.
Portare Ariano nel cuore, in ogni luogo la vita ci porti, è uno dei tanti insegnamenti che ci ha lasciato Antonio Emilio Gambacorta. E Giusy Cardinale ce l'ha fatto capire molto bene con le sue parole, da amante dello sport e del Tricolle. D come Sport torna sabato prossimo.