Sabato prossimo il Comitato NO Petrolio Alta Irpinia presenta a Gesualdo il suo prossimo convegno.
Il 22 dicembre alle 16.30, presso la sala consiliare di Gesualdo, interverranno il geologo Franco Ortolani - Università di Napoli "Federico II" - che spiegherà le problematiche legate all'area fortemente sismica, il tossicologo Antonio Marfella dell'ISDE - Medici per l'Ambiente - e la dottoressa Olga Addimanda del Comitato per la tutela del Fiume Calore che porranno all'attenzione i rischi cui sono esposte le nostre riserve d'acqua, l'agronomo Rita D'Ottavio che analizzerà come l’equazione petrolio=sviluppo sia assolutamente falsa e, infine, l'assessore all'ambiente della provincia di Avellino Domenico Gambacorta.
Ampio spazio sarà dunque dedicato alle vicende che di qui a poco colpiranno l'Alta Irpinia, nucleo delle ricerche petrolifere che fanno capo alla COGEID. Vantaggi e svantaggi furono illustrati al precedente convegno lo scorso 30 giugno mentre ora il Comitato vuole analizzare il lato ambientale, con particolare riferimento all'acqua essendo l'Irpinia un importante bacino idrico, ma anche il lato economico, confrontando la realtà irpinia con quella della Basilicata e in particolare della Val D'Agri. Nulla deve essere lasciato al caso, ecco perchè lo studio effettuato dai tecnici che hanno guardato alla problematica in maniera assolutamente imparziale potrà essere un fondamento importante alla base dell'informazione che il Comitato vuole diffondere in Alta Irpinia.
Il malcontento generale che permea il tessuto sociale irpino e l'imponente crisi economica che si sta attraversando, tendono a far nascere posizioni fortemente discordi sulla questione petrolio. Proprio per questo motivo il ruolo del Comitato vuole essere quello di fornire le dovute spiegazioni attraverso l'analisi approfondita e neutrale dei relatori.
Il progetto "Nusco", che ricordiamo essere stato presentato presso la Regione Campania da Italmin Exploration (ora rappresentato unicamente da COGEID), abbraccia un'area di ben 698,5 Kmq tra Avellino e Benevento. L'eventualità di scavare un primo pozzo esplorativo fino a 2000 metri di profondità sta per essere valutata dalla Regione Campania. Fermarsi a riflettere come un progetto così invasivo potrebbe alterare gli equilibri ambientali ed economici è fondamentale. Equilibri che, nella provincia di Avellino, si incastrano in maniera inscindibile essendo l'Alta Irpinia una terra che basa la propria economia prevalentemente sull'agricoltura, dunque su quelle risorse naturali che stimolano la produzione energetica da fonti rinnovabili, fonti non invasive che nel precedente convegno furono portate all'attenzione del pubblico, come ad esempio i progetti di mini eolico e fotovoltaico installato sui tetti degli enti pubblici. Ricordiamo che ad oggi hanno aderito alla campagna del Comitato NO Petrolio in Alta Irpinia i comuni di Bagnoli Irpino, Villamaina e Gesualdo.