«Le piccole attività commerciali irpine sono ancora in sofferenza. Servono maggiori garanzie per il futuro». E' l'allarme lanciato da Giuseppe Marinelli, presidente della Confesercenti provinciale di Avellino.
«I segnali di ripresa economica – ha proseguito il dirigente dell’associazione di categoria –, registrati nei mesi scorsi, risultano sempre più frenati, a causa dell'inflazione, dell'aumento dei costi energetici e delle materie prime di beni essenziali, ma anche dell'incertezza sulle prospettive, che limita ancora i consumi. Una situazione generale che si avverte in maniera più accentuata nelle aree interne. D'altra parte, lo stesso andamento economico appare differenziato per categorie merceologiche e comparti. A crescere sono soprattutto grande distribuzione e commercio elettronico, mentre i piccoli negozi di prossimità non riescono a recuperare i livelli pre-covid. Un obiettivo che non sarà raggiungibile senza un intervento sistematico di enti locali e Stato centrale, con misure specifiche. Mentre l’alimentare cresce, sono fermi al palo l’abbigliamento, le calzature, ma pure librerie, cartolerie, edicole, giocattolerie e profumerie».
«Se prosegue l'attuale tendenza – ha concluso Marinelli – c'è il concreto rischio che si allontani sempre di più nel tempo il recupero dei livelli di consumo pre-crisi, pregiudicando così la ripresa economica, con ricadute negative non solo per le imprese, ma anche per le famiglie. I dati ufficiali confermano che l’emergenza sanitaria ha rivoluzionato le abitudini dei consumatori ed alterato gli equilibri commerciali e che i provvedimenti adottati per fronteggiare la crisi hanno, di fatto, favorito l’ascesa dell’online. Per questo ora è fondamentale un intervento, da parte del governo, con misure mirate al riequilibrio della concorrenza tra i vari canali