Dal momento che, a causa di un piccolo disguido, la diretta instagram di martedì scorso non è stata salvata e non è quindi possibile rivederla sui nostri canali, le dr.sse Spinelli e Puopolo hanno deciso di riassumere all'interno del seguente articolo tutto ciò di cui hanno parlato durante la puntata!
Buona lettura.
Maschi vs Femmine: educare oltre gli stereotipi
A quale genitore non è mai capitato di acquistare un vestitino o un giocattolo per il proprio figlio di un colore specifico a seconda del suo sesso? Avete mai pensato a quanto influiscano sui bambini i messaggi che mandiamo loro attraverso i nostri comportamenti?
Fin dalla nascita ciascuno di noi è esposto alle influenze sociali della propria cultura di riferimento che ci attribuisce un ruolo di genere a seconda del nostro sesso biologico.
Se nasciamo femmine, infatti, sulla nostra culla ci sarà un fiocco rosa, i nostri abitini saranno di questo stesso colore la società nella quale viviamo si aspetterà che faremo determinate cose che avremo certi gusti e preferenze; se nasciamo maschi, invece, il fiocco sarà azzurro e graveranno su di noi altrettante aspettative sociali circa quello che dovrebbe piacerci e che dovremmo fare.
Il condizionamento che induce a strutturare la propria vita in obbedienza agli stereotipi sessuali, viene promosso dagli attori sociali con i quali il bambino entra in relazione sin dalle prime fasi della sua vita: i genitori, gli insegnanti, gli educatori, il gruppo dei pari e l'intera comunità.
Sono tante le aree specifiche sulle quali agiscono le aspettative legate al ruolo di genere che inevitabilmente influenzano i gusti, gli interessi, le scelte o l’espressione di sé stessi:
-il mondo dei colori e dei giocattoli, a volte sentiamo parlare di colori da maschi e colori da femmineo ci capita di osservare reparti di giocattoli nettamente distinti per bambini e bambine;
-lo stile di gioco, i maschi sono solitamente incoraggiati a mettere in atto giochi più attivi ed energici, mentre le femmine sono indirizzate verso quelli che comprendono preferibilmente la cura di sé e l'accudimento;
-le attività sportive, come la danza per le bambine e il calcetto o il basket per i bambini;
-l’ambito delle emozioni e quindi il diritto o il divieto di piangere ed esprimere le proprie emozioni in base al sesso.
Ovviamente queste aspettative sociali e culturali legate a ciascun ruolo di genere non si esauriscono durante l’infanzia ma ci influenzano, spesso senza che ce ne rendiamo conto, per tutta la vita e in vari ambiti, come ad esempio le scelte professionali o l’immagine di sé da mostrare agli altri: debole, da salvare e dedita alla casa e alla famiglia nel caso di una donna; forte, coraggioso, macho e appassionato di motori e calcio nel caso di un uomo.
Ma cosa accade quando un individuo, un bambino o un adolescente,ad esempio, mostra interessi che non sono in sintonia con quelli che la società si aspetta da lui o da lei?
Una possibilità è che si senta inadeguato, “sbagliato”, “diverso” dagli altri o che questi stessi messaggi li riceva da chi gli sta intorno.
Potrebbe finire per soffocare e mettere da parte quello che realmente gli interessa per non deludere le aspettative degli adulti o per evitare di essere oggetto di scherno da parte dei coetanei, perdendo però, in tal modo, la propria autenticità.
Ma c’è una buona notizia! Dato che queste aspettative e norme di comportamento sono totalmente legate alla cultura di riferimento potremmo cominciare a metterle in discussione, a chiederci se quella specifica cosa vada bene per noi o se la facciamo guidati soltanto da un condizionamento culturale.
Acquisire questa consapevolezza ci permetterà di scegliere e di entrare maggiormente in contatto con la nostra parte più autentica, sperimentando inoltre un maggior senso di libertà.
Inoltre, tutti coloro che, a vari livelli, si occupano di educazione e formazione hanno una grande responsabilità. All’interno della loro “opera educativa”, infatti, finiscono inevitabilmente tutti quei comportamenti e quelle aspettative più o meno consapevoli ed intenzionali legate al ruolo di genere. È tempo, quindi, di compiere una precisa scelta pedagogica ed osservare i più piccoli in maniera globale ed aperta, al di là dei pregiudizi e degli stereotipi.
Scegliamo, dunque, di aiutare i nostri bambini ad entrare il prima possibile in contatto con i loro gusti e le loro preferenze, insegnandogli che sono liberi di poter utilizzare tutti i colori a loro disposizione, ampliando e variegando il ventaglio di proposte di giocattoli o attività da svolgere,promuovendo così la loro scelta più autentica e la sensazione di libertà.
Proviamo ad accogliere gli interessi dei nostri bambini e facciamo in modo che i nostri messaggi verbali siano sempre coerenti con le nostre azioni.
Con grande probabilità non riusciremo a proteggerli totalmente dai pregiudizi e dagli stereotipi inerenti la dicotomia maschio/femmina dei quali la nostra società è intrisa, ma possiamo scegliere di offrire ai nostri figli la possibilità di diventare ciò che realmente desiderano.
Dr.sse Concetta Puopolo e Nunzia Spinelli.