E’ l’anima gitana dell’ Irpinia della musica e delle tradizioni popolari. Cuore nomade ed energia che incanta il pubblico, Carmine Ioanna, fisarmonicista dalle raffinate sonorità jazz, archiviato il tour in Centro America con Luca Ciarla, che l’ha visto esibirsi sui palcoscenici di Panama City, Boquete Panama, Quepos Costarica, San Josè Costarica, Managua - Nicaragua, San Salvador - El Salvador, Quetsaltenango - Guatemala, Guatemala City, Antigua, Mexico City ( oltre 10mila spettatori per l’ultimo concerto a Città del Messico) si prepara ad una nuova avventura. Il musicista irpino sarà impegnato in queste settimane in Sicilia con ‘Anime Migrandti’ di Claudia D’Amico e poi a Grenoble con il neonato Zic Trio.
In attesa di nuovi applausi su altri palcoscenici, Ioanna traccia un bilancio dell’esperienza americana. “L’impatto con il Centro America è stato molto forte, sicuramente si avverte che si tratta di paesi da poco usciti dalla guerra; la gran parte degli stati che abbiamo visitato sono filo - americani, tranne il Nicaragua, nella cui capitale Managua c’è ancora una gigantografia di Chavez. La prima cosa che risalta agli occhi è la potenza e la varietà della natura. Tratti di giungla che si fondono con il mare a Manuel Antonio ( Costa Rica) oppure paesaggi aridi e pianeggianti (NIcaragua) o ancora i 32 microclimi del Guatemala, con una immensità di vulcani, laghi, montagne e spiagge bellissime. Sono posti che ti fanno sentire in pace con l’universo, scenari da restare senza fiato. La gente di queste zone è semplice, genuina, sempre allegra e gentile; ho incontrato tante persone splendide, da Emilio in Costarica a Christian, organizzatore di El Salvador Jazz Festival, o Pavel, un ragazzo down di Quetzaltenango, una cittadina del Guatemala a 2300 metri di altezza, popolata per lo più da indigeni, dove si può veramente capire l’anima di questo popolo: porterò nel mio cuore il suo abbraccio e il suo sorriso. La musica è una grande opportunità per comunicare e trovare punti di incontro anche con culture lontanissime dalla nostra. Sul territorio ci sono i centri di cultura insieme alle tante associazioni che fanno un lavoro incredibile. A Managua abbiamo fatto un piccolo workshop a musicisti del posto, è stato molto intenso, anche perché la fisarmonica non è molto presente nella loro cultura quindi erano estremamente curiosi”.