E dunque zona rossa. Per la Campania. Tutta la Campania. L’iter è stato: decisione dell'Istituto Superiore di Sanità che ha dato l'indicazione sulla base dei dati raccolti dal punto di vista epidemiologico e negli ospedali. Poi il via libera del Comitato tecnico scientifico e, infine, la firma dell'ordinanza da parte del ministro della Salute Roberto Speranza.
Ma la verità qual è? È dato sapere? Evidentemente no. Perché volendo leggere dati e numeri, non tutta la Campania avrebbe meritato questo schiaffo. Non le aree interne, non i piccoli comuni che, in questa fase storica pian piano stavano provando a rialzarsi dopo la prima ondata, quella di marzo, che ha visto tutti, nessuno escluso, ligio al dovere. Un dovere di salvaguardia della propria e altrui incolumità. È bene ricordare che a marzo piccoli comuni, come Ariano Irpino, hanno fatto il loro dovere. È bene ricordare che non hanno avuto neppure bisogno dell’ordinanza di zona rossa per capire che la situazione era estremamente grave, pericolosa e meritevole di tutta l’attenzione. È bene ricordare che due giorni prima dell’ordinanza di zona rossa Ariano e gli arianesi si sono chiusi, in loro stessi e al mondo esterno. Negozianti, ristoratori, commercianti, hanno capito che era ora di fermarsi, di fare qualcosa per provare a fermare l’onda che di lì a poco sarebbe diventata tsunami, dolore, paura. E la paura alle volte si sa, aiuta. Aiuta a capire o più semplicemente ti immobilizza. E allora, al cospetto di questo virus, nemico sconosciuto e incontrollabile tanto meglio aver paura e fermarsi. E così è andata. Buoni buoni ci siamo messi lì ad aspettare, a subire decisioni che sono sembrate, e in effetti su qualcosa lo erano, assurde e preoccupanti come ad esempio avere un pronto soccorso chiuso con tutti i danni che una cosa simile può causare.
La storia la conosciamo tutti, quella recente, quella arianese. Tempo è passato e siamo usciti dalla zona rossa, dalla paura, dall’angoscia, dal dolore di aver perso molto e molte persone in quei mesi. Ci si è rialzati e si è ripreso a lavorare, produrre.
L’estate, il bonus monopattino, il bonus vacanze. Sfruttateli, era il monito. Cos’erano? Pensierini del governo per buona condotta? Erano semplicemente un bluff. Il governo ha bluffato. Anche perché oggi si colpevolizza l’italiano che questa estate si è lasciato andare. Insomma mai un’assunzione di responsabilità da parte di chi ci governa.
La colpa, gira e rigira è nostra, dei cittadini, degli italiani. Dei campani.
Ma siamo sicuri? Ma siete sicuri? Ma la si vuole smettere di prendere in giro una nazione? Una regione?
I numeri riportati fino ad oggi, viene fuori, erano tutti falsi. Posti letto aumentati sulla carta ma in realtà non utilizzabili perché mancano i medici, anestetisti e rianimatori. Ancora, la Regione Campania ha parlato di un tasso di occupazione delle intensive al 27%; i dati ministeriali però dicono altro: risulta il 33%, il che significa essere oltre la soglia critica.
La Campania dunque è passata da zona gialla, quella di rischio moderato, a zona rossa, direttamente. E ci è passata innanzi tutto per l’alto numero di contagi, soprattutto nel napoletano e casertano, poi per la situazione di grande sofferenza in cui versa il sistema sanitario che necessità di atti immediati che possano consentire un repentino calo del numero dei contagiati.
E va bene allora. Zona rossa.
Ma aiutatele le aree interne. Aiutate tutte le categorie. Tutte. Perché alla fine di questa triste storia, rialzarsi, per loro sarà più difficile.