Evidentemente i primi caldi hanno dato alla testa, a grandi e piccini. Nell'ultima settimana Ariano Irpino è stata una via di mezzo tra un ring di Wrestling e Tombstone. Ne abbiamo sentito di ogni sui giovani del Tricolle: omofobi, violenti e un po' fuori di testa. Di episodi di intolleranza e risse tra adolescenti ne sono, purtroppo, piene le pagine di cronaca nazionale. Questo, chiaramente, non deve essere una giustificazione per chi non trova di meglio della violenza fisica o verbale per esprimere i proprio istinti primordiali. La colpa non è solo dei figli e dei genitori, la colpa è di tutti. Queste scene sono lo specchio della società contemporanea: schizofrenica e nevrotica. Una situazione che il Covid non ha certo contribuito a migliorare. Anzi, le quarantene forzate non hanno fatto che far accumulare tensione e nervosismo sopratutto nei giovani.
Nessuno ha la bacchetta magica per far sì che questi fatti non si ripetano più. Non siamo qui a dare ricette e rimedi. Siamo qui per far capire a chi voglia usare Ariano come cassa di risonanza, che commette un gravissimo errore. La nostra città ha pagato, e continua a pagare, il suo debito con tutti i problemi creati dal Covid. La nostra città è e resta un punto di riferimento per tutta la provincia di Avellino e proprio per questa è famosa per la propria accoglienza e benevolenza per i forestieri (spesso non contraccambiata). La nostra città non può essere dipinta come una Sodoma e Gomorra del terzo millennio. In tutto questo un ruolo molto delicato hanno le forze dell'ordine, che devono tutelare la stragrandissima maggioranza dei cittadini di Ariano e dei forestieri che affollano pacificamente la nostra città. I giovani facciano i giovani: sbaglino, ma che lo facciano in buona fede, non per diventare effimere star dei social e di Whatsapp. L'estate è addosso, non roviniamocela. Bulli, pupe e giustizieri: Ariano non è posto per voi. Non lo è mai stato e non lo sarà mai.