Una nuova struttura potenzia l’offerta scientifica di Biogem. Sarà inaugurato alle 16 di venerdì 18 ottobre il laboratorio di genetica forense presso il centro di ricerca di Ariano Irpino.
Alla presentazione saranno presenti Piero Ricci, ordinario Università Magna Graecia di Catanzaro e responsabile Laboratorio Genetica Forense di Biogem, Luigi Capasso, ordinario Università di Chieti-Pescara “G.D’Annunzio” Francesco De Stefano, ordinario Università di Genova, presidente Ge.F.I. Genetisti Forensi Italiani, Liborio Stuppia, ordinario Università di Chieti-Pescara “G.D’Annunzio” e Franco Cuccurullo, presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita.
Il laboratorio è distinto in quattro aree intercomunicanti, ciascuna con una sua specificità funzionale: “Foto documentazione e campionamento”; “Estrazione del DNA”; “Amplificazione del DNA”; “Post Amplificazione del DNA”. Le aree sono separate da un sistema di porte ed un flusso d’aria pressurizzato si sposterà dai punti con concentrazione di DNA più bassa a quelli con concentrazione di DNA più alta, al fine di evitare contaminazione tra i campioni di DNA amplificati presenti nel laboratorio.
“La realizzazione di un laboratorio di genetica forense nell’ambito di un’importante struttura di ricerca come BIOGEM – osserva il Presidente Ortensio Zecchino - nasce innanzitutto dalla constatazione di una insufficiente distribuzione sul territorio italiano di complessi ultra specialistici di Biololia Molecolare Forense. Mentre sono molteplici le strutture sia universitarie che private interessate nella diagnosi molecolare di mutazioni ovvero nella diagnosi citogenetica (il Biogem ne è una testimonianza), non è lo stesso per la genetica forense. Questi stessi laboratori, pur avendone le competenze scientifiche, non sono in grado di gestire il trattamento di campioni biologici complessi quali quelli in uso in ambito forense, in altri termini, la Genetica Molecolare forense non può e non deve essere paragonata alla genetica Molecolare Clinica. E ciò a fronte di una sempre maggiore richiesta di indagini di tale tipo sia da parte delle Autorità Giudiziarie inquirenti e giudicanti che da parte delle difese di imputati in processi dove la prova principe è proprio quella genetica”.
“L’area su cui è stato costruito il laboratorio – spiega il Prof. Ricci, responsabile scientifico - è separata, rispetto all’ambiente esterno, da un sistema a doppia intercapedine imbottito con materiale isolante. L’accesso all’area sarà consentito solo a personale tipizzato e dotato di sistemi di protezione individuale come tuta, copri scarpe, guanti, maschera e copricapo, per evitare contaminazioni con DNA presente all’esterno del laboratorio che – aggiunge Ricci - è stato attrezzato con la stessa strumentazione in uso nei laboratori di genetica forense delle forze di polizia italiane e straniere (RIS, Polizia di Stato, FBI) e verranno utilizzate le medesime tecniche strumentali e di elaborazione dei dati. L’attività comprenderà lo studio delle relazioni parentali, lo studio di resti umani da identificare, lo studio di reperti sequestrati sulla scena del crimine e sui quali dovrà essere svolta l’indagine che permetterà di comprendere se sono intrisi di una traccia biologica, se essa è umana e a quale individuo è appartenuta”.
Il nuovo laboratorio darà a Biogem la possibilità di affiancare alle metodiche consolidate nelle scienze criminalistiche, le metodiche innovative ed all’avanguardia negli studi sperimentali. A tal proposito cito due esempi che rappresentano il futuro delle scienze forensi. La direzione tecnica è affidata al Prof. Ciro Di Nunzio dell’Università di Catanzaro.