E’ stata la protagonista del successo scaccia crisi su Catania. Silvia Sarni ha stabilito il suo high score in carriera capitalizzando al massimo le sue qualità balistiche sopraffine su cui poche pari ruolo possono contare. Da prestazioni sotto standard ad una prestazione sopra le righe, hai avuto fiducia da parte del coach e l’hai ripagata alla grande…
Sono contenta per la prestazione. Venivo da settimane in cui ho avuto poco minutaggio per scelta tecnica. Avevo voglia di riscattarmi. E’ stata una reazione personale: c’era la voglia di dimostrare qualcosa.
A turno tutte state dimostrando orgoglio proprio nei momenti di difficoltà: Dominguez, poi Maggi che ha fatto registrare il suo high in A2 a Battipaglia, ed infine ieri è arrivata la tua prestazione: un buon segnale di compattezza?
Siamo una squadra con qualità importanti in ciascuna delle dieci componenti. Tutte possono far bene. E’ difficile far coincidere le prestazioni migliori di tutte nella stessa gara. Di settimana in settimana ci sono protagoniste diverse. E’ evidente che le cifre non sempre dicono tutto. Chi spicca di meno non significa che sia stata negativa.
Il coach varia molto gli assetti di squadra, tra i tanti quintetti con due o tre lunghe qual è quello in cui ti stai trovando meglio?
Mi piace molto il gioco con le tre lunghe. Abbiamo caratteristiche diverse e possiamo mettere in campo situazioni differenti.
Ieri avete punito gli aiuti della difesa ospite alla marcatura di Micovic. Alla fine sono entrate anche sei triple, un fondamentale in cui non sempre riuscite a far male…
E’ stata una giornata positiva sotto questo aspetto. Sono entrati i tiri decisivi. Siamo riuscite a giocare più di squadra e ciò ci ha garantito una maggiore tranquillità nelle scelte e nelle esecuzioni in attacco. Abbiamo sempre gestito il vantaggio approcciando la gara con la giusta mentalità traendo forza dalla difesa con aggressività e maggiore collaborazione. Se difendiamo bene, la fase offensiva va via più in scioltezza.
Dalle partite finora giocate quale insegnamento avete tratto? Quali sono gli aspetti su cui lavorare?
Sono dell’idea che singolarmente non ci sia nulla da dire sulla nostra squadra. Il segreto è lavorare di collettivo, partendo dalla difesa. Ovviamente tutto è migliorabile, ma l’importante è rimanere compatte ed avere la giusta fiducia in ognuna di noi.
All’appello manca solo Alejandra Chesta. Catania l’ha apertamente sfidata al tiro e la scelta alla fine si è rivelata giusta (2/13 dal campo per l’argentina) anche se non determinante. Quali sono le difficoltà che sta incontrando, come la vedi?
Ha avuto un problema ad un ginocchio, non voglio giustificarla non è certo questo un alibi. Un momento buio può capitare a tutti. Magari un pizzico di fiducia in più e maggiore considerazione da parte di noi e dell’ambiente potrebbe aiutarla a superare più in fretta questo momento.
Il futuro si chiama Futura. Con Brindisi e successivamente con Napoli si decide molto sia in termini di qualificazione che di eredità di punti. Che partite saranno?
Brindisi non è la squadra vista ad Ariano nel girone di andata. E’ stata una serata negativa per loro. Sono una formazione molto casalinga. Mi aspetto una partita molto fisica e dura. Napoli ha cambiato molto con l’arrivo di coach Orlando.
C’è una giocatrice con cui hai più legato?
Ho un buon rapporto con tutte ma sicuramente ho maggiore confidenza con Chiara Rossi ed Alejandra Chesta con cui condivido l’appartamento.
Qual è la squadra, tra quelle che avete affrontato finora, con cui avete avuto maggiori difficoltà?
Diciamo che le campane sono “rognose”. Noi soffriamo l’aggressività, la corsa e le partite un po’ più “sporche” e fisiche. Contro Catania ad esempio, in un match un po’ più tecnico, abbiamo avuto meno problemi. E’ un aspetto che dovremo migliorare.
La giocatrice avversaria che ti ha più impressionato?
Ci sono degli elementi come Brezinova di Catania e Treffers di Battipaglia, giovani e brave tecnicamente, che possono avere un futuro su palcoscenici più importanti.