Ariano, Vittorio Melito:"E' passato un anno"

di , Venerdì, 05 Marzo 2021

Esattamente un anno fa l’inizio della consapevolezza dell’epidemia Covid ad Ariano, con i due casi che portarono alla chiusura del pronto soccorso.

Si scoprì poi che il virus circolava già da giorni ed era entrato anche in ospedale, in altri reparti, ma non era possibile rendersene conto.

Siamo ancora in emergenza e non è dunque ancora il momento di fare bilanci. 

Ritengo però che sia senz’altro possibile affermare che quella chiusura fu tempestiva e provvidenziale: se è vero, come è vero, che nessuno degli operatori sanitari presenti in quel momento e che furono prontamente messi in isolamento si è poi ammalato, è evidente che la chiusura salvò l’ospedale da un disastro ben più grande. Si lavorava senza guanti, senza mascherine, senza protezioni di alcun genere: se l’ospedale ha retto, si deve ringraziare l’allora direttore sanitario, dottore Bellizzi.

Poi si scoprirono i tanti contagiati, pazienti e sanitari, a prescindere dal pronto soccorso. Dopo, ma ancora in zona rossa, si trasferirono in blocco i ricoverati del centro Minerva e molti pazienti ordinari passarono giorni e giorni in pronto soccorso.

Non dovendo fare bilanci, lasciamo un velo di pietoso silenzio sul territorio, completamente abbandonato, salva la dedizione del volontariato.

Il lavoro di recupero è stato duro; va ringraziata anche la dottoressa Bellizzi che è riuscita a gestire Medicina Covid con ottimi risultati, che è stata costretta a riconvertire una seconda volta il suo reparto nonostante la concomitante esistenza di un’area Covid e che attualmente è nel limbo della sospensione di ricoveri ordinari e della mancanza di ricoveri Covid.

Oggi l’ospedale praticamente di nuovo non ha Medicina ordinaria, non ha lungodegenza, non ha rianimazione non Covid, non ha servizio trasfusionale, di notte non ha ortopedici; si è rotta di nuovo la TAC, inutile sperare di avere la risonanza.

L’amministrazione comunale aveva cominciato bene, ma francamente mi sembra oramai molto distante dalle esigenze reali.

Servono incisività, energia, un’attività incessante nell’incalzare una gestione che appare tendente ad essere burocratica, lontana dai pazienti, avara nel corrispondere alle necessità del nostro territorio, priva di volontà ed interesse ad allestire qui davvero un DEA di primo livello.

Un appello accorato al Sindaco, oggi anche autorevole componente del Comitato: si faccia sentire, agisca in attuazione del documento approvato dal Consiglio il 9 dicembre, ponga la Direzione ASL di fronte a doveri e responsabilità, chieda l’appoggio dei Comuni vicini e della popolazione: sarà seguito ed apprezzato. Il suo consenso fu grande ed è quindi grande il rischio di deludere le aspettative. Ci aspettiamo che lo eviti.