Casa Tarquinio Corso, Giovanni Orsogna scrive al comune di Ariano Irpino, alla Soprintendenza per i beni architettonici, storici e artistici, al Ministero dei beni culturali e al Comando dei carabinieri - direzione tutela beni artistici e storici e alla Procura di Benevento per chiedere un rapido intervento di messa in sicurezza dell’edificio del 1576.
Ecco il testo della lettera:
“Il Comune di Ariano Irpino ha acquisito al patrimonio comunale la casa cinquecentesa dell’Arciprete U.I.D. D. Tarquinio corso, sita in Via annunziata n. 64- 56, si tratta di un complesso cinquecentesco in parte rimaneggiato nei secoli successivi. La casa comprende un celebre ed unico portale cinquecentesco datato 1575 con la seguente iscrizione (vedi foto 1.): TARQVINIUS CORSUS U.J.D. ARCHIPRESBITER ARIANI 1576 “Tarquinio Corso Dottore in diritto civile ed ecclesiastico / Arciprete di Ariano 1576”. L’elegante portale abbellisce ed offre elementi decorativi con greche neoclassiche, con altorilievo dello stemma gentilizio di famiglia un cane sopra tre palle, simbolo dei tre colli. All’interno vi è un monumentale e rarissimo, per Ariano Irpino, camino sulla parte superiore della cappa riporta fregi e decorazioni floreali e la seguente iscrizione: ANTE FOCUM SI MESSIS IN UMBRA (Se sarà inverno davanti al fuoco, se estate nell’ombra) Nella parte centrale due stemmi sovrapposti, lo stemma gentilizio familiare ed un albero la quercia oppure olmo, a cui si ispira l’opera. Si tratta di una pregevole committenza in pietra travertino locale, opera di artisti scalpellini probabilmente di Ariano, che potrebbe trattarsi dello stesso periodo (1575). Le decorazioni scolpite richiamano il commento al celebre verso virgiliano della Bucoliche, V, v. 70 : “Ante focum, si frigus erit; si messis, in umbra”.
Il verso virgiliano richiama alla vita intima della famiglia, dove davanti al fuoco si può godere degli affetti familiari, del calore del fuoco. La cappa in pietra travertino abilmente scolpita è supportata da due eleganti mensole. Sia il portale che il camino per la mole delle opere scolpite sembrerebbe opere ricollocate in epoca successiva. La casa allo stato attuale versa in condizioni precarie, all’interno si nota che il soffitto è parzialmente collabente e con possibili infiltrazioni. Secondo informazioni acquisite in sito questa casa ha ospitato nel passato nel settecento ed ottocento personalità di rilievo. Poco distante vi era il palazzo Nicoletti, proprietario della casina Nicoletti, in contrada S. Liberatore – S. Potito, che ospitava all’interno i distrutti affreschi fiamminghi sec XVI- XVII. Oggi la casa Nicoletti non esiste più, perché demolita. La casa Corso per le sue peculiarità fu proposta per apporre il vincolo dall’Arch. Carmine Iuorio, insieme ad altri beni artistici ed architettonici come le fontane settecentesche, le masserie rurali , il convento dei Cappuccini sec. XVII e relativi affreschi cinquecenteschi di S. Antonio e S. Francesco.
Il PUC di Ariano Irpino purtroppo non recepito le proposte di vincolo, pertanto si è verificato anche la distruzione degli affreschi fiamminghi della casina Nicoletti, già segnalati alla S.V. alla Soprintendenza e alle Autorità giudiziarie. Si fa appello e si rinnova la richiesta di vincolo del presente manufatto: “Casa Arciprete Corsi sec. XVI-XIX”, ai sensi ed effetti delle Leggi Nazionali. Si chiede immediato intervento della Soprintendenza ai Beni Ambientali-Artistici e Storici delle Provincie di Salerno-Avellino e Benevento, per il relativo vincolo. Si chiede al Sig. Sindaco, Ente proprietario dell’immobile “Casa Arciprete Corsi sec. XVI-XIX”, sito in Ariano Irpino (AV), in Via Annunziata. La messa in sicurezza e la chiusura delle finestra e del lucernario di cui attualmente risultano aperte. Si chiede agli enti in indirizzo a voler vigilare per prevenire furti ed atti vandalici, significando che il mancato intervento, oltre ad essere un chiaro segno di inciviltà, rappresenta anche un grave violazione della tutela e salvaguardia e/o omissione di atti di ufficio. Si chiede di essere informato sugli sviluppi, in particolare al Procura della Repubblica, di acquisire agli atti la presente relazione e quella della Soprintendenza competente territoriale, circa l’eventuale archiviazione.