una nota di Luca Orsogna e Giovanni Maraia, Ariano in Movimento:
La solidale comunità irpina, che ad oggi è ancora scossa per il suicidio del giovane Ibrahim Guem, è bene che sappia cosa Ibrahim ha vissuto sulla sua pelle durante la cosiddetta emergenza “Nord-Africa” insieme a migliaia di altri profughi.
Nel 2011 a seguito dei disordini in Egitto e Tunisia e della guerra in Libia, il governo approvò un piano d'accoglienza straordinario per i profughi che si erano rifugiati in Italia. Il programma per fronteggiare l'emergenza “Nord Africa” prevedeva la possibilità di ospitare fino a 50 mila profughi a fronte di stanziamenti complessivi per ben 1,3 miliardi di euro. Dal maggio 2011 al febbraio 2013 è stato speso ben un miliardo di euro per ospitare soltanto 28 mila profughi. Il sole24ore del 3 marzo 2013, parla di ben “25mila euro all'anno che lo Stato ha versato per ogni richiedente asilo” somma destinata, “oltre che per vitto e alloggio, al lavoro di assistenti sociali, avvocati, mediatori linguistici e culturali che nei centri dovevano affiancare i giovani subsahariani, guidarli nel labirinto culturale e burocratico del nostro paese e aiutarli a uscire dal mero assistenzialismo. Ma poi, nella realtà, non sempre è andata così. Soprattutto dove è mancata la vigilanza dei responsabili regionali”
Insomma, non solo di questi soldi i rifugiati non hanno visto un centesimo, ma se da un lato l'accoglienza doveva consistere nell'assistenza legale e psicologica, nell'integrazione culturale e sociale, tranne che in rari casi, non si è verificato nulla di tutto ciò.
Agli albergatori, alle cooperative, ONG, e centri diocesani coinvolti nel programma, sono stati grantiti, senza l'espletamento di alcun bando o gara, 45 euro al giorno per ogni profugo ospitato, una cifra considerevole con la quale è stato fornito, il più delle volte, esclusivamente vitto e alloggio. Migliaia e migliaia di profughi sono stati costretti a oziare negli alberghi. Molti di loro analfabeti e non in grado di parlare l'italiano si sono trovati completamente impreparati, quando il 28 febbraio sono stati cacciati dagli alberghi e si sono ritrovati per strada. Durante l'accoglienza nessuno ha provveduto a prepararli al futuro.
Questa storia si è verificata anche ad Ariano Irpino, dove era ospitato Ibrahim il quale ha ricevuto solo l'aiuto inefficace di qualche volontario del tutto privo di competenze specifiche in materia di accoglienza.
Sono stati macinati ingenti profitti sulla pelle di richiedenti asilo frastornati e psicologicamente fragili. A vigilare su una corretta accoglienza sarebbero dovuti essere i soggetti responsabili regionali, e cioè i soggetti attuatori del programma, nel caso della Regione Campania, l'assessore Edoardo Cosenza.
E proprio ad Edoardo Cosenza chiediamo di voler render pubblici il bilancio e i rendiconti della gestione dell'emergenza affinchè l'opinone pubblica possa verificare il suo operato.
Chiediamo altresì all'Unione Europea di voler accertare eventuali anomalie nella gestione dell'emergenza, nel caso in cui siano stati utilizzati fondi europei in questa vicenda.