Se non vi fosse alcuna differenza fra i comuni individuati come zona rossa e quelli semplicemente soggetti alle limitazioni del DPCM del 10 aprile 2020 (e dei Decreti precedenti), allora perché marchiarci in questo modo? Invece una differenza sostanziale c'è, eccome. I nostri produttori di latticini e di formaggi hanno subito, soprattutto in supermercati e alimentari delle province limitrofe, uno stop odioso e immotivato alla vendita dei prodotti "made in Ariano". I lavoratori di molte aziende agroalimentari dell'area industriale di Flumeri sono al lavoro,dal 1 aprile scorso,solo grazie ad una speciale autorizzazione della Polizia Municipale di Ariano Irpino.
I lavoratori arianesi di alcune aziende, autorizzate dalla Prefettura di Avellino alla produzione, sono fermi a casa. EMA di Morra de Sanctis su tutte.
I nostri commercianti della frutta e verdura, clienti abituali del mercato all'ingrosso di Pagani, hanno subito forti e discutibili limitazioni nell'accesso, come possono confermare tutti gli operatori del settore.
Persino i corrieri del trasporto su gomma,per forniture ad attività produttive e commerciali autorizzate all'apertura, si sono spesso rifiutati di effettuare consegne ad Ariano per paura del contagio.
Infine, gli uffici pubblici sono chiusi solo ad Ariano Irpino e gli stessi uffici sono regolarmente aperti ad Avellino o a Benevento.
Poi c'è il dato simbolico, pur non volendo enfatizzare oltre misura. Tutti rientrati nella normalità da Sala Consilina a Lauro. Solo Saviano - ma dove hanno oggettivamente oltrepassato la misura e il buon senso - e Ariano Irpino restano zona rossa.
E noi con motivazioni oggettivamente risibili. Come tutta la popolazione ha avuto modo di valutare.