Italiani, popolo di santi, navigatori e poeti. Il famoso detto potrebbe tranquillamente adattarsi alla curiosità che vi raccontiamo ed essere aggiornato nel modo seguente: “Arianesi, popolo di santi, navigatori e poeti”. Il perché è presto detto. Il copatrono di Ariano, Sant’ Elziario, è protagonista di una puntata della fiction I Soprano.
E’ un nostro lettore, Stefano, a segnalare questa curiosità alla redazione. Il serial tv descrive la vita di Tony Soprano, boss della mafia italoamericana: la famiglia Soprano, i cui avi italiani sono originari di Avellino e di Ariano Irpino, vive nel New Jersey, vanta importanti contatti con le cosche newyorchesi e mantiene relazioni affaristiche con la camorra napoletana.
Il telefilm è andato in onda fino al 2007 ma in questi giorni Sky sta mandando in onda le repliche della serie. Ecco cosa ci racconta Stefano: “Questa curiosità non è venuta fuori a suo tempo eppure i Soprano sono stata una serie dal successo planetario! Già nella seconda serie viene citata Ariano, col nome di Ariano Irpino; mentre nella sesta viene chiamata Ariano di Puglia. Chissà perché.
In una puntata dell'ultima stagione due mafiosi vanno dal parroco per fare una donazione per la festa di Sant’elziario. Lì per lì mi sono detto: ehi un santo col nome del nostro copatrono. Nel discorso tra i mafiosi e il parroco vien fuori che questa festa fu portata in America dai migranti italiani, e precisamente da quelli di Ariano di Puglia”.
In realtà a noi di Città di Ariano questa curiosità, ovvero la scelta della produzione di dare origini arianesi ai protagonisti della fiction, non era sfuggita. Vi riproponiamo quindi il pezzo scritto da Pietro Lo Conte nel 2007 dal titolo 'Ariano e la mafia americana'.
Chi ha seguito
l'intervista del prof. David G. LoConto per Cittadiariano.it e la rivista Albatros, ha sicuramente notato
quanto egli tenga a cuore l
'immagine degli italiani e degli arianesi e quanto invece questa sia ancora eccessivamente e forzatamente macchiata da uno stretto legame con la piaga della
Mafia. Sembra, infatti, che per una
cospiqua maggioranza degli americani (il 75%), Mafia e Italia possano considerarsi addirittura
sinonimi.
A parere di David, più che per la reale e
scarsa ricorrenza nei fatti di cronaca nera, la Mafia è molto presente nell'immaginario pubblico americano per colpa di film come "
Il padrino" e "
Goodfellas", ma soprattutto per una serie televisiva di successo intitolata "
The Sopranos".
Incuriosito e interessato a questo fenomeno, ho cominciato a seguire le
repliche delle
prime puntate dello sceneggiato (ora giunto alla
sesta serie) che vengono trasmesse sul canale nazionale
A&E ogni mercoledi in prima serata.
Non c'è dubbio che sia un
evento mediatico di prim'ordine. Per trasmettere le repliche, la A&E ha dovuto sborsare al canale via cavo
HBO (che ha trasmesso l'intera serie, a partire dal 1999, con punte di
15 milioni di spettatori a puntata) la bellezza di
2.5 milioni di dollari ad episodio, e pare che le prime repliche abbiano ripagato la spesa con gli ascolti (
4.3 milioni di spettatori) ed i conseguenti ricavi pubblicitari.
Qual è il
messaggio che questa serie TV trasmette agli americani? Visto da un italiano è assolutamente
ignobile. Ci credo che la serie in Italia non abbia preso piede, relegato alla
seconda serata di Canale 5 nel 2001, poi passato a
Fox su Sky! E' una incredibile
successione di stereotipi (tutti americani) su quello che loro pretendono di conoscere dell'Italia e della nostra cultura. Non c'è
nullache possa salvarsi. Il concetto che sta alla base di tutta la vicenda è che gli
italiani in fondo
sono buoni, ma sta nel loro
DNAcomportarsi in maniera
illecita. Per quanto uno possa
ribellarsi ai propri geni, alla fine deve
soccombere. E' questa l'idea che il protagonista, il boss Tony Soprano, cerca di spiegare alla sua psichiatra (italiana anche lei) come filo conduttore, in modo martellante, per
tutta la durata della serie. Suo figlio Tony Jr. di 13 anni, per quanto ne sia rimasto fuori (sarebbe in teoria all'oscuro delle attività del padre) è comunque
condannato, da un'
eredità genetica piuttosto che
culturale e
ambientale. E' una storia che si ripete, infatti anche Tony fu "costretto" a prendere il posto del padre John Soprano, quando questi fu ucciso.
Già gli italiani, in genere, appaiono nelle serie televisive USA soltanto per
far ridere, sit-com mediocri dove vengono associati soltanto al
consumo esagerato di cibo (sono tutti iperobesi) e alle situazioni particolarmente imbarazzanti per una
eccessiva presenza della famiglia (allargata a nonni, zii, cugini, etc), in tutte le vicende quotidiane. A questa immagine
ironica e
caricaturale, onnipresente nelle commedie leggere made in USA, si aggiunge quella
ignorante,
malavitosa e
prepotente della (immaginaria) Famiglia dei Soprano, boss incontrastati della Mafia di Newark (New Jersey).
Non c'è dubbio che la serie sia di buona qualità. In questi ultimi sei anni è stata di gran lunga la serie TV che ha
raccolto più consensi, anche e soprattutto dalla
critica. Tutti i più importanti giornali specializzati ne hanno cantato le lodi e sono fioccati
premie
riconoscimenti. Per avere un'idea ha superato di parecchio il successo della nota serie "Desperate housewifes". Basta andare su wikipedia (
The Sopranos) per rendersi conto di quanto sia stato
scritto e
detto sulla serie e quanti fans siano disperatamente nella continua attesa di nuovi episodi.
Proprio durante l'esame più
approfondito della storia che viene raccontata in questa serie ho scoperto una cosa
incredibile e per questo motivo ho pensato fosse opportuno metterla a conoscenza della
cittadinanza di Ariano.
La vicenda narra che i capostipiti della famiglia Soprano (
Corrado Soprano e
Mariangela D'Agostino) fossero proprio una
coppia di arianesi che emigrarono nel New Jersey nel 1911 (in molti siti viene ricostruita la loro storia addirittura specificando che a quei tempi si chiamava
Ariano di Puglia) e anche altri membri della "Famiglia", nel corso dei vari episodi, affermano spesso di essere originari di
Ariano,
Avellino e altri
paesi irpini. Infatti basta andare su Wikipedia (in inglese) sulla voce Avellino per leggere che "notoriamente" i Sopranos
vengono da quella città (almeno in questo caso Ariano non viene citata).
Gli autori della serie si sono impegnati notevolmente nella ricerca dettagliata anche degli
usi e delle
tradizioni di Ariano. Ad esempio nell'
episodio n.74 "The ride" viene rappresentata una
festa patronale, a cui i membri della famiglia Soprano tengono in modo particolare. La festa è in onore di
Sant'Elziario citato come "
protettore delle zeppole".
Mi sono chiesto, perché
proprio Ariano? Probabilmente gli autori del programma hanno voluto rendere
più realistica la vicenda, prendendo
a caso una città d'origine dei tanti emigranti degli inizi del secolo scorso, senza tuttavia
turbare la suscettibilità della vera Mafia (e Camorra), evitando di citare
luoghi e nomi realmente coinvolti e quindi chiamando in causa una
tranquilla e inoffensiva cittadina del sud come Ariano.
Ad ogni modo, il
nome della nostra città è stato
infangato, ed a mio parere urge un'
azione da parte dell'Amministrazione Comunale.
Due sono le cose:
- si
prende sul serio l'affronto e si querelano gli autori del programma
chiedendo i danni, in quanto in 6 anni hanno guadagnato parecchi milioni di dollari a spese nostre
- si
fa buon viso a cattivo gioco e si sfrutta l'attenzione dei media americani (e di rimbalzo quelli italiani) nel
mettere in risalto la cosa ed eventualmente puntare sui ritorni dal punto di vista
turistico.
Rimanere in silenzio vorrebbe dire
ammettere tacitamente la possibilità che un
boss della Mafia americana possa essere venuto da
Ariano.
Non possiamo permetterci di
aver vergogna di una cosa
non vera.