Da Guido Di Paola riceviamo e pubblichiamo:
Qualcuno, leggendo "Ariano è morto", mi ha accusato di catastrofismo, qualche altro di non essere legittimato a parlare, perché responsabile di quanto successo ad Ariano. Io mi sono limitato a fotografare la situazione attuale, tralasciando le negatività più gravi che non si vedono ad occhio nudo ma che oramai sono intrise nel tessuto sociale. La colpa è del fotografo o di chi ha reso il soggetto inguardabile?
Comunque, per dimostrare che il mio non è pessimismo, ma che credo ancora nella possibilità di rinascita, mi permetto di dare alcuni suggerimenti, che non hanno la pretesa di risolvere i guai di Ariano, ma sono un contributo alla discussione e come tali vanno presi. Sicuramente ci saranno altrettanto migliaia di idee dei cittadini arianesi che potrebbero essere migliori e maggiormente risolutive delle mie. Per questo saranno gli amministratori che scegliamo a governare a dover assumere la responsabilità delle scelte e dei risultati.
Cosa si può fare subito!
Passate le elezioni. Si insedia il nuovo sindaco. Nella cassa libera del comune non c’è un euro, ci sono solo somme già impegnate. Qual è il primo atto monocratico o delibera che assume il Sindaco o la Giunta per dare un segnale di cambio di passo e di mentalità rispetto al passato che ha generato il disastro?
In questi giorni ho visto all’opera gli operai del comune per l’allestimento degli spazi elettorali, quindi qualche operaio c’è. Senza alcun costo aggiuntivo si potrebbe assegnare una zona del centro ad ogni operaio che, ogni giorno, come un ex cantoniere anas curerà ogni centimetro di strada, estirpa le erbacce, risistema i cubetti, sostituisce cordoni rotti e così via. In poco tempo le strade del centro, i vicoletti e le rampe, ritorneranno pulite, ordinate in poche parole, belle!
Il sindaco con l’ufficio tecnico ed i vigili urbani possono fare una passeggiata per annotarsi le case del centro non ultimate, senza o con intonaci cadenti, non tinteggiate, canali di gronda e discese che scaricano acqua per strada, infissi rotti, coperture di lamiera. Convocare i proprietari e spiegare che le loro case non possono restare in quello stato di abbandono, che il decoro del paese deve essere recuperato e che loro sono tenuti a farlo, senza costrizione ma devono farlo. In caso di inadempienza bisogna ricorrere alla diffida ed all’ eventuale potere sostitutivo.
Queste due semplicissime azioni che non incidono sulle casse del comune, daranno il segnale che si vuole cambiare modalità nell’ affrontare i problemi: avere un’idea e un progetto, spiegarlo ai cittadini, chiederne la condivisione, attuarlo con immediatezza. Questa è la prima dimostrazione di amore e di attenzione per il proprio paese.
Contemporaneamente, il sindaco e la nuova giunta, devono riprogettare gli uffici comunali, che scontano un modello organizzativo pensato negli anni settanta. Cosa fondamentale è che ogni assessorato deve avere il proprio settore con il personale assegnato, distinto per servizi corrispondenti ad ogni materia dell’assessorato. La macchina amministrativa funziona bene se il personale non viene percepito o peggio trattato come un nemico dell’amministrazione, ma anche qui, il personale dipendente deve essere partecipe del progetto amministrativo, deve condividerlo, sentirlo proprio per riscoprire l’importanza enorme del proprio ruolo e così ritrovare il senso civico un po’ appannato degli ultimi tempi.
Occorre ricreare un forte sentimento di attaccamento e di rispetto per la propria città. Ognuno deve contribuire con le energie che possiede e con tutto l’impegno possibile.
Un’Amministrazione non può creare posti di lavoro direttamente assumendo personale comunale, almeno per ora, però sicuramente può e deve creare condizioni perché le imprese possano assumere. Perciò l’Amministrazione può definire un programma di fiscalità di vantaggio per gli operatori economici che si impegnano ad assumere almeno un apprendista; ad esempio azzerare la quota comunale della TARSU e della TASI, dell’occupazione di suolo pubblico e delle altre imposte comunali; stessa applicazione per gli imprenditori che investono nel centro con attività dell’artigianato artistico e dei prodotti legati alle filiere dell’olio, del grano e delle carni.
Coinvolgere le Associazioni degli anziani che operano sul territorio arianese per piccoli progetti di socializzazione e/o di manutenzione del verde cittadino per chi è in salute. Non è possibile che le persone anziane di Ariano si dedichino esclusivamente al gioco, al ballo, alle cene ed alle vacanze estive. Hanno e credo che vogliono ancora avere un ruolo attivo nella società, trasferire le loro esperienze e le loro competenze a giovani e bambini.
Stesso discorso per le Associazioni giovanili, a cui sicuramente devono essere offerti gratuitamente locali idonei per svolgere le attività e raggiungere le finalità dell’associazione. L’amministrazione in cambio, può anche assegnare un compito ad ogni associazione, per esempio rifondare la Banda Musicale della Città di Ariano, oppure una Scuola e Compagnia di Recitazione e di canto; la realizzazione di un data base, attraverso il web, con tutte le segnalazione dei cittadini all’amministrazione, per orientarne le scelte.
Chiedere la partecipazione di maestri e professori per organizzare piccoli corsi di educazione ambientale e di educazione civica per bambini e ragazzi , ma soprattutto per gli adulti. Così da formare i futuri cittadini e rieducare al rispetto della natura e delle regole di convivenza civile quelli che in questo periodo di degrado morale hanno perso il senso civico e del dovere. Pur avendo un servizio di raccolta differenziata porta a porta, finalmente dopo anni di attesa, nel centro comunque si vedono cumuli di rifiuti e buste di spazzatura nei luoghi più impensati. Questo si verifica perché non tutti i cittadini sono consapevoli del danno economico ed ambientale che arrecano a se stessi ed alla città. Nessuno glielo ha mai spiegato e mai nessun amministratore ha condiviso con la cittadinanza questo importante progetto di civiltà.
Lo stesso discorso vale per il parcheggio selvaggio. Occorre progettare delle aree pedonali e rivedere di conseguenza gli spazi per la sosta delle auto. Tantissimi sostano o parcheggiano in palese divieto, agli incroci, in curva, in doppia fila, sui marciapiedi, al posto dei disabili o delle farmacie; dappertutto ovunque si trova uno spazio libero. Questo è un segnale di scorrettezza e di arroganza consolidata negli anni che va combattuta con l’insegnamento e l’educazione civica; le multe dei VV. urbani non solo non risolvono il problema, ma sanciscono il fallimento di un progetto e di un’amministrazione che non sa ottenere il rispetto delle regole dai cittadini.
Oltre al parcheggio selvaggio, in questo periodo c’è “ manifesto selvaggio”. Io sogno un paese in cui alle Elezioni ogni candidato Sindaco con le proprie liste fa un solo manifesto, con nomi e foto dei candidati, e lo mette in una bacheca davanti alla propria sezione o in altro luogo pubblico. Ogni cittadino che vuole informarsi sui candidati sa dove andare. Considerato che Ariano è molto vasto, se ne potrebbe fare ancora uno per ogni contrada o rione. Non credo che un candidato venga votato perché ha messo più manifesti. Sarebbe un bel segno di civiltà e di educazione! E meno lavoro inutile per gli operai comunali che devono ripulire muri, facciate, ecc..
Ci sarebbe e si può fare ancora tant’altro, come ad esempio sull’organizzazione degli eventi, sostenendo non necessariamente economicamente l’organizzazione, ma favorendone lo sviluppo, la promozione e la partecipazione dell’intera città.
Insomma se si è capito, nell’immediato, bisogna lavorare sugli uomini e non sulle infrastrutture per ricostruire un tessuto sociale sano; bisogna far funzionare bene quello che abbiamo e già questo sarebbe un grandissimo successo.
Quello descritto sinora, mi rendo conto, è un mondo ideale, ma operare in questo modo non costa niente e può essere attuato immediatamente! Costa solamente l’impegno forte di chi ci crede!
Mi dilungherei troppo a suggerire programmi di medio e lungo termine, che sono legati al reperimento di risorse, anche straordinarie ed a studi più complessi basati su valutazioni serie di costi e benefici apportati, non solo in termini economici, ma specialmente di benessere e di vivibilità per la popolazione. Per questo eventualmente mi riservo un altro intervento.
Ma una cosa voglio suggerire per snellire un poco il traffico in località Cardito. Intanto è veramente inutile e falso immaginare che la strada appaltata dalla provincia di Avellino da oltre due anni, LA MANNA-CAMPOREALE, possa in qualche maniera eliminare l’imbuto di Cardito o in qualche maniera favorire la ripresa delle aziende insediate nel PIP di Camporeale. I danni ambientali che questa strada provocherà, se si dovesse mai iniziare saranno irreparabili. Questo argomento è stato già trattato in altre sedi con lettere all’allora Presidente della Provincia, poi al Commissario provinciale ed al Prefetto.
Tornando invece al problema del traffico, un primo suggerimento è quello, senza alcuna spesa, di chiudere l’accesso alla Scuola Media dalla statale ed utilizzare l’accesso posteriore sia per i genitori degli scolari che per i bus. Potranno fermarsi nel larganeo retrostante la Scuola, con tutta comodità e senza intralciare e rallentare il traffico. Anche gli studenti non avrebbero più motivo di attraversare la strada da una parte all’altra. Invece una modesta spesa occorre per realizzare un brevissimo tratto di strada, circa 30 m., che corre lungo il campo di calcetto e collega la statale con una strada del Piano di Zona. Questa serve a creare un’altra uscita dal Piano di Zona, oltre alla rotatoria, in caso di calamità è sempre utile avere una scappatoia alternativa e ridurrebbe il numero di auto alla rotatoria, perché potrebbe essere utilizzata dalle auto che vanno o vengono dal Centro.
Concludo offrendo questi piccoli e semplici suggerimenti all’attenzione dei candidati Sindaci ed al Consiglio Comunale, ma anche a tutti i cittadini arianesi, nella speranza, che se non condividono, almeno ne tengano conto come quelle cose da non fare assolutamente, così chi come me sogna un paese civile in cui vivere saprà che non c’è speranza.