Fede e devozione ad Ariano Irpino nel giorno dedicato al Santo Patrono. Il 23 marzo, scuole e uffici chiusi e, come da tradizione, la città celebra Sant’Ottone con una messa pomeridiana solenne nella basilica Cattedrale. Tuttavia quest’anno c’è stata una particolarità: la celebrazione in onore di Sant’Ottone, per la prima volta, si è svolta senza un vescovo. La diocesi Ariano – Lacedonia, infatti, attende da circa un anno, precisamente da quando monsignor Giovanni D’Alise è stato trasferito a Caserta, un nuovo pastore. I fedeli, al momento, sono guidati dall’amministratore diocesano monsignor Antonio Blundo. Circola una certa preoccupazione in merito al destino della diocesi, che potrebbe essere interessata dalla riforma degli ambiti di competenza delle diocesi, voluta dal Vaticano, per eliminare le sedi vescovili che amministrano poche migliaia di fedeli. I sindaci dei comuni appartenenti alla diocesi sono intenzionati a sottoscrivere una petizione per rivolgere un appello a Papa Francesco per sollecitare la nomina di un nuovo vescovo.
Sant’Ottone appartenne ai Frangipane, una nobile e potente famiglia baronale che occupò un posto di primo piano a Roma fra l’XI e il XIII secolo. Destreggiandosi abilmente fra papato e impero, determinò l’elezione di almeno due papi: Onorio II e Innocenzo II. Attorno al 1058, Ottone, da cavaliere, partecipò ad un’azione militare in difesa del papa contro dei signorotti ribelli, della zona di Frascati. Catturato, fu messo in catene nella cella di una torre, da dove uscì quando, invocando l'intercessione del patrono dei carcerati san Leonardo di Limoges, questi gli apparve una notte e lo liberò dalle catene. Tornato miracolosamente libero, andò in pellegrinaggio nell’abbazia della SS. Trinità di Cava dei Tirreni, dove sotto la direzione dell’abate Pietro seguì la regola benedettina, dedicandosi alla preghiera ed ai lavori manuali. Dopo andò nel monastero di Montevergine, dove conobbe san Guglielmo da Vercelli e affinò la sua vocazione all’ascesi.
Attorno al 1117, Ottone andò ad Ariano Irpino. A quell’epoca la città era un luogo di transito e di sosta per i pellegrini che da Napoli e Benevento andavano verso Bari per imbarcarsi alla volta della Terrasanta. Ottone si dedicò alla loro assistenza e fondò per ospitarli l’ospedale di san Giacomo. Nel 1120 decise poi di condurre vita da eremita e si ritirò nei pressi della chiesa di san Pietro, oggi chiamata ‘’san Pietro dei Reclusiis’’, lì si costruì una piccola cella dove pregava, vegliava, faceva penitenza e digiunava. Si era anche scavato un sepolcro, per ricordarsi continuamente che la morte era vicina. Presto attorno a lui si diffuse una fama di santità e avvennero diversi fatti prodigiosi. Ottone morì nel 1127.
Il Martirologio romano fissa la memoria liturgica il 23 marzo. Subito dopo la sua morte il suo corpo fu portato in processione nella cattedrale di Ariano Irpino e lì fu sepolto. Nel 1220, al tempo di Federico II, per paura delle incursioni dei saraceni fu traslato a Benevento. Il prodigio più importante che si ricorda di Ottone è quello che avvenne attorno al 1180, quando i saraceni di Lucera che assediavano Ariano, furono colpiti da una pioggia di ciottoli caduta dal cielo per intercessione del santo, che apparve fra le nuvole. Gli Arianesi per ricordare questo avvenimento costruirono la chiesa di santa Maria della Ferma. Fra coloro che ricevettero miracoli per intercessione di Ottone vi fu anche sant’Elzeario de Sabran, che divenne conte di Ariano e che oggi è venerato come compatrono. Molto noto è il voto che gli arianesi fecero nel 1528: Ariano fu colpita dalla peste e gli abitanti si rivolsero a sant’Ottone per esserne liberati. La tradizione tramanda che anche in altre circostanze il santo preservò la città dalla peste. Ottone è venerato anche nella città di Castelbottaccio, nel Molise, dove è il patrono. Nel Synodicon Diocesanum Sanctae Beneventanae Ecclesiae del 1686, è riportato che nella chiesa parrocchiale di San Pietro a Montemiletto erano custodite le reliquie di Ottone Frangipane. Ad Ariano Irpino Ottone è festeggiato il 23 marzo e nell’ottava dell’Assunta.