Siamo nel pieno della crisi politica apertasi nell’ultimo consiglio comunale. Il voto negativo sul bilancio consolidato, espresso proprio nel corso della seduta del 22 Novembre, ha rappresentato la punta dell’iceberg, il sintomo di una malattia la cui causa andrebbe ricercata più in profondità. In effetti il Sindaco sta subendo tutti gli effetti dell’anatra zoppa, soprattutto a causa del fatto che, nonostante i vari cambi di campo di alcune componenti di centro-destra, corretti con la stessa velocità con cui compaiono, l’opposizione si presenta tutto sommato coesa e, dunque, numericamente superiore.
Franza, tuttavia, sta procedendo con le consultazioni, al fine di verificare se sia possibile realizzare una convergenza di un numero sufficiente di componenti consiliari su di un programma comune. Se però le consultazioni dovessero risultare vane, il sindaco, ha detto, non esiterebbe a dimettersi riconsegnando ai cittadini il diritto di scegliere.
Franza ha annunciato sui social che, appena saranno concluse, informerà i cittadini sull’esito delle consultazioni. In attesa di questo momento i più curiosi potranno prendere in considerazioni le dichiarazioni degli esponenti delle varie forze politiche.
Merita attenzione sicuramente quanto affermato da Domenico Gambacorta nell’intervista apparsa sul “Quotidiano del Sud” di Giovedì 5 Dicembre, in cui l’ex sindaco afferma categoricamente: “Noi siamo opposizione e basta”. Gambacorta, dopo aver rimarcato la forza numerica della coalizione di centro-destra, definisce l’alleanza che sostiene attualmente il sindaco confusa e complicata politicamente e aritmeticamente, evidenziando la lontananza di Forza Italia da quella coalizione che “non è di centro-sinistra”. Per questo motivo, dichiara, “noi di Forza Italia non siamo disponibili ad aderire a questo patto e proporre un’alleanza sia pure a termine”.
Non ha tutti i torti il consigliere Gambacorta quando pone l’attenzione sulla sostanziale eterogeneità della coalizione che sostiene Franza. Tale caratteristica, infatti, sta sicuramente determinando una frammentazione di quell’alleanza; primo fra tutti il veto posto da Liberi e Uguali sulla presenza della Lega in un’eventuale giunta politica. Per certi aspetti, però, potrebbe essere considerata eterogenea anche la coalizione di opposizione, basti pensare a quanto la diversità di principi di moderati e sovranisti stia destabilizzando il centro-destra campano in vista delle regionali.
La risposta di Franza non si è fatta attendere. Sempre dalle colonne del “Quotidiano del Sud”, il sindaco afferma che “non è stato chiesto nessun patto al consigliere Domenico Gambacorta” e che le consultazioni servono “per verificare la disponibilità a convergere su determinati obiettivi. Dopodiché serve dire che io non ho mai parlato di patto”.
Quest’ultima frase merita di essere considerata in maniera più approfondita. Per garantire governabilità ad Ariano sarebbe necessario invece parlare di un patto. Molto probabilmente ciò che il sindaco dovrebbe riconsiderare di queste consultazioni è il metodo. È difficile che forze di opposizioni accettino di sostenere il sindaco su un programma a cui non hanno contribuito per nulla. Questo non sarebbe assolutamente un patto. Ma una tale pratica sarebbe ora quanto mai auspicabile e non serve scomodare le teorie contrattualiste per riuscire a definire il concetto di patto. Il patto è stipulato tenendo conto delle esigenze di tutti i soggetti contraenti. Dunque, occorre che il sindaco stipuli un programma insieme alle varie forze politiche, anziché sottoporre loro degli obiettivi definiti unilateralmente. La politica deve tener conto delle esigenze di tutta la popolazione e i gruppi di opposizione rappresentano le istanze di buona parte degli arianesi. Ascoltare tutti i singoli cittadini è difficile ed anti-economico, per questo abbiamo la democrazia rappresentativa e non quella diretta. Molto più semplice sarebbe dunque prestare ascolto anche ai partiti che in consiglio rappresentano le istanze di coloro i quali non hanno votato le liste a sostegno di Franza.