A proposito di studio pilota con i test sierologici.

Grande aspettativa e partecipazione dei cittadini per un test che potrebbe rilevare cose diverse da quello che si aspetta chi si sottopone al prelievo. La diagnosi di infezione in atto, la contagiosità o la eventuale patente di immunità non possono provenire dai test sierologici che si stanno praticando ad Ariano Irpino. Sembra, invece, di capire che le aspettative di chi  ha organizzato lo screeningsiano ottenere una “fotografia al passato” del contagio ad Ariano e capire lo stato di immunizzazione della popolazione oltre a verificare se ci sono sieri iperimmuniche potrebbero essere utilizzati in terapie sperimentali. Uno studio Pilota non ben illustrato scientificamente, bensi spiegato solo discorsivamente dal Presidente De Luca nella sua videoconferenza del venerdi dove lui ha affermato: “ ovviamente i test sierologici, come quelli che facciamo ad Ariano, servono a darci una fotografia del passato per sapere quanti dei nostri concittadini hanno avuto contatto con il virus e che sono stati contagiati…..ovviamente per l’attualità servono i tamponi normali”. Come sempre semplici, chiare e precise le parole del Governatore.

Io ho detto e continuo che l’attenzione di De Luca per la nostra comunità è rilevante e dobbiamo essergli grati. Si è arrivati a questo massiccio intervento per il semplice fatto che in oltre due mesi non si è raggiuntol’obiettivo di controllare il fenomeno epidemico da covid19 nella nostra comunità. Ad oggi si continua a registrare positività ai tamponi. I contatti non sono tracciati, non si effettua tutt’orauna ricerca sistematica degli asintomatici e non si riesce ad avere risposte celeri alle richieste di tampone.

L’attuale screening con test sierologici ha  una valenza di sondaggio estudio epidemiologico e presentamolteplicipunti critici. Non è stato presentato in tempo ed adeguatamente alla popolazione e non tutti i cittadini sono stati edotti sugli scopi che si prefigge per ottenerne la condivisione; non è stato chiarito bene quando si avranno le risposte, se e quando i positivi saranno sottoposti a tampone e se i negativi saranno richiamati per una ripetizione del test a distanza di 5-7 giorni;  non sono stati coinvolti i medici di base ed i pediatri di libera scelta; si è arrivati l’ultimo giorno a definire luoghi,  orari e modalità di svolgimento; non è stato ben organizzato e potrebbe essere casa di assembramenti; si è basato quasi esclusivamente sulla grande opera delle associazioni di volontariato; non si è certi che garantisca una adeguata igienicità degli ambienti in cui si effettuano i prelievi e spesso non vi sono operatori esperti in prelievi nei soggetti pediatrici.

A questo punto è imperativo andare avanti per arrivare ad una mappa definitiva del contagio ad Ariano e ciò va fatto perseguendo due strade fondamentali, o quella dei test sierologici o quella dei tamponi che comunque vanno integrate tra loro.

Nella ipotesi dei test sierologici:

- 1 se si ritiene che i test che si stanno effettuando siano specifici e sensibili, bisognerà per i positivi al test effettuare il tampone e per i negativi ripetere il test dopo 5-7 giorni o passare direttamente al tampone.

- 2 i  pazienti che non saranno sottoposti al test in questi due giorni potrebbero rivolgersi ai medici di base che a loro volta  potrebbero praticarlodirettamente oppure indirizzarli ad un apposito ambulatorio del distretto o infine richiederlo a domicilio. Il tutto per ottenere la massima capillarità dello screening.

Nella seconda ipotesi, che rimane la strada maestra,per rilevare la presenza del virus nell’organismo bisognacontinuare con i tamponi a tracciare tutti i contatti ed a sorvegliare, con tamponi periodici,  i pazienti e le categorie a rischio sino a bloccare il contagio.Lo stesso Governatore De Luca afferma: “Ad oggi i tamponi molecolari sono l’unico test affidabile”.

In attesa dell’autunno ci auguriamo di organizzarci, e questa voltaper  evitare che la gente si ammali.  Non possiamo basarci  solamente sull’uso delle mascherine e del distanziamento sociale, che rimangono presidi fondamentali.

Bisogna chiudere le porte al virus, una volta per tutte, adottando in tempo tutti i presidi di prevenzione innanzitutto sul territorio. Dalle epidemie “ci si difende evitandole”, e perchè“in una epidemia ,curare,per quanto necessario, è sempre arrivare dopo, cioè arrivare tardi”.