Quello che è successo il 30/12 in Consiglio Comunale a proposito dell’AMU è raccapricciante.
Tralasciando l’omessa adozione del Piano di razionalizzazione, obbligatorio per legge, che non si è stati capaci nemmeno di scrivere, si trattava di adottare una decisione sull’aumento o diminuzione di capitale della società partecipata. Le opposizioni hanno preannunciato il voto contrario, in mancanza di un progetto o una proposta seria su cui discutere. Il Presidente del Consiglio ha giustamente ritenuto di interpretare le confuse argomentazioni del vice-Sindaco (che con tutta la buona volontà non si è riuscito proprio a capire che cosa volesse fare nè dire) come un’opzione per il rinvio della decisione, anche e soprattutto in attesa del preannunciato piano di risanamento.
Si è passati al voto, e i consiglieri di maggioranza (tranne quello socialista, che si è astenuto), Sindaco compreso, hanno votato favorevolmente al rinvio.
Discorso chiuso? Manco per idea.
Visto l’esito del voto a lui non gradito immediatamente si è precipitato nell’emiciclo il vice-Sindaco, ormai unico dominus della maggioranza, che ha detto di non aver proposto nessun rinvio, bensì l’aumento di capitale (opzione allo stato campata in aria, nemmeno accennata nel suo intervento, e probabilmente impraticabile). Il Presidente del Consiglio, in barba ad ogni regola, ha annullato il voto appena espresso, e immediatamente i consiglieri di maggioranza (sempre con l’astensione socialista), Sindaco compreso, senza batter ciglio, senza motivare, senza senso, hanno fatto inversione di marcia, e votato favorevolmente all’aumento di capitale.
Non ci sono parole.
Mai il Consiglio Comunale di Ariano, la cui tradizione è stata ricordata proprio ieri sera nella commemorazione del senatore Franza, aveva raggiunto un punto così basso di inconsapevolezza, approssimazione, insipienza.
Mai un Sindaco aveva subito così platealmente lo strapotere, del tutto ingiustificato, del suo vice.
Siamo seriamente preoccupati.