Bicameralismo perfetto. Una legge oggi non è approvata se Camera e Senato non approvano il medesimo testo. Tempi lunghi, che con la riforma saranno abbreviati, Ma c'è anche chi ricorda dei vari casi in cui il bicameralismo perfetto rimane e chi, provando a leggere la riforma insieme alla nuova legge elettorale, teme una deriva autoritaria. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si parla.
ORA
Oggi una legge è approvata dopo che sia la Camera che il Senato si sono espresse favorevolmente con la maggioranza semplice dei presenti alla votazione, prima articolo per articolo e poi con votazione finale. Per l'approvazione, però, è necessario che il testo approvato sia dalla Camera che dal Senato sia identico. Per capirci, se la legge passa alla Camera, ma il Senato, pur non bocciandola apporta delle modifiche, essa dovrà essere nuovamente sottoposta al voto della Camera, che a sua volta potrà modificare ancora il testo (procedimento che andrà avanti fino all'approvazione dello stesso testo).
SE VINCE IL SI
Con la riforma si avrà la fine del bicameralismo perfetto. Infatti le leggi ordinarie vengono approvate solo e soltanto dalla Camera. O quasi. Infatti alcune materie rimarranno sottoposte al sistema del bicameralismo perfetto. Tuttavia ci sono delle particolarità. Prima di tutto il Senato avrà comunque una funzione consultiva e potrà comunque votare una richiesta di modifica della legge stessa. Quali? Leggi sugli ordinamenti territoriali, leggi sull’elezione del Senato, leggi riguardanti i trattati internazionali firmati dall’Italia, leggi sulle minoranze linguistiche, leggi sui referendum, leggi di attuazione delle politiche comunitarie, leggi sui rapporti Stato-regioni e, ovviamente, leggi costituzionali. Quanto alle altre leggi, il Senato, entro quindici giorni dall'approvazione, potrà esprimere un parere non vincolante e proporre modifiche al testo.
LE RAGIONI DEL SI
LE RAGIONI DEL NO
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