Il tripolarismo, ormai caratterizzante in maniera stabile il sistema politico italiano a livello nazionale e locale, consente di preannunciare sin da subito, senza risultare particolarmente temerari, per le varie elezioni amministrative almeno tre candidati a sindaco, espressione delle forze di sinistra, di destra e del Movimento 5 stelle. È un dato che i candidati tendano ad essere più di tre, a causa delle scissioni e delle frammentazioni delle forze in gioco. Ad Ariano, in cui il quadro politico comincia a farsi più netto, sembra che i candidati debbano essere quattro, e se ne prevede un quinto. Lo si è detto: la proliferazione dei candidati è una diretta conseguenza della frammentazione delle forze politiche. I malpensanti potrebbero inferire da ciò che sicura causa della proliferazione delle candidature sia la sinistra, che ha in sé connaturato il germe della divisione, come emerge considerandone la storia, fatta appunto di frammentazioni, scissioni e riavvicinamenti. Costoro potranno essere messi a tacere.
Ad Ariano, infatti, si è prodotta una curiosa anomalia. Le scissioni stanno riguardando solo il centro destra e, contrariamente a qualsiasi pronostico, finanche il Movimento 5 Stelle, che sembrava essere immune da queste problematiche.
Per quel che riguarda il centro destra del Tricolle, nello specifico Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, la causa della divisione deve imputarsi non al partito del sindaco uscente, ma ad una condizione precisa imposta da Lega e Fdi, che hanno costruito una forte intesa, costituendo così un asse politico di centro-destra alternativo a Forza Italia. La condizione affinché possa siglarsi un accordo con Forza Italia, è stata esposta esplicitamente dal coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia Pino Maraia ed è questa: che vi sia discontinuità rispetto alla precedente amministrazione; e dunque rispetto a Gambacorta, che proprio ieri mattina, nella relazione di fine mandato, ha confermato la sua ricandidatura. D’altra parte, che il sindaco uscente sia inviso all’altro centro destra, emerge da alcune affermazioni di Pasqualino Santoro, esponente della Lega, che ha fermamente condannato il «civismo indistinto di Gambacorta».
Per il Movimento 5 Stelle, il pomo della discordia è rappresentato dall’avvocato Mario Iuorio, la cui candidatura a sindaco sembra sia stata portata avanti dall’onorevole Generoso Maraia, da suo fratello Francesco, e dall’avvocato Luca Orsogna. Tale scelta, fortemente osteggiata da una parte degli attivisti del Movimento, ha generato una disputa interna, consumatasi a colpi di comunicati diramati dalle parti in causa. Il primo, quello a firma degli “Attivisti del Movimento 5 stelle di Ariano”, è teso a sottolineare che il diverbio non riguarderebbe gruppi interni al partito, ma una sola persona, in contrasto con le altre 20 presenti all’incontro. Nel secondo comunicato, quello diramato da Lorenzo Lo Conte, invece, si evidenzia la mancanza di trasparenza ed imparzialità, tutta a vantaggio del portavoce Generoso Maraia, che regnerebbe nel Movimento 5 stelle di Ariano. Nonostante entrambi i comunicati si concludano affermando non vi sia alcuna spaccatura all’interno del Movimento, il conflitto sembra essere evidente e non facilmente risolvibile.
Per la sinistra, all’opposto, sembra essere questo il momento opportuno per riunire ciò che è sparso. PD, PSI e LeU, che probabilmente hanno acquisito coscienza di sé in quanto componente progressista del panorama politico arianese, hanno formato una coalizione nell’ambito del progetto “Cinque primavere per Ariano”, manifestando la volontà di marciare uniti. Sono al momento in corso trattative affidate a delegazioni dei rispettivi partiti, che non riguardano il programma, su cui sembra esserci l’intesa, ma l’individuazione di un candidato che possa esprimere tutte le varie anime presenti all’interno della coalizione. La vera sfida della sinistra, a questo punto, è duplice: da un lato, dovrà operare una sintesi del pluralismo che regna al suo interno, in modo che quest’ultimo rappresenti un valore aggiunto in vista della competizione elettorale; e, dall’altro lato, dovrà evitare che esso degeneri in frammentazione.
Ritornando al punto da cui si è partiti, il virus della scissione ha contagiato tutti, ad eccezione del suo consueto ospite. Il vaccino resta sempre lo stesso, cioè l’intesa e l’unione su di un progetto, su di un programma; è solo a quel punto che le persone, meri mezzi per realizzarlo, diventano secondarie, e, dunque, incapaci di generare divisioni. Tra il front ed il back office della politica vi è tuttavia un divario abissale; in quest’ultimo, vengono prese le decisioni più importanti e significative; in quest’ultimo, meno soggetto al controllo della pubblica opinione, possono forse prevalere le ambizioni di ciascuno. Ciò che è sicuro è che da quest’ultimo dipende il primo.