Il regista è il parroco don Teodoro Rapuano. "San Pompilio, una figura straordinaria"
E’ un messaggio di fede e di speranza, lanciato attraverso un originale progetto cinematografico, che si inserisce perfettamente nell’Anno Santo della Misericordia indetto da Papa Francesco. E non poteva avere miglior titolo se non quello di “Amerò sempre” .
E’ il film su San Pompilio, di Don Teodoro Rapuano, che, dopo due anni la sua realizzazione, viene ancora ricordato dai montecalvesi come una straordinaria esperienza che li ha coinvolti tutti, appassionatamente, per ben otto mesi di riprese, tra Montecalvo Irpino, Buonalbergo, Paduli, Vitulano, Circello, Castelfranco in Miscano, l’Abbazia di Montevergine e Campi Salentina, il paese, in provincia di Lecce, dove Pompilio Maria Pirrotti morì il 15 luglio 1766.
Distribuito ora anche online da Canale25, il film è la preziosa riscoperta di un uomo, sacerdote e religioso delle Scuole Pie, nato a Montecalvo Irpino il 29 settembre 1710. Sostenuto dalle offerte dei cittadini e degli esercenti del paese, il progetto viene oggi visto come una nuova occasione di riflessione sull’amore e sulla fratellanza, sulla carità e sulla vita come missione di coraggio contro il formalismo bigotto e l’aridità dei sentimenti. “Amerò sempre” è una lunga pellicola, diretta dal parroco del paese di Montecalvo Don Teodoro Rapuano, curatore pure della sceneggiatura, che ripercorre la storia di San Pompilio, con la sua formazione spirituale e quell’apostolato che rimarrà sempre nei cuori dei suoi concittadini montecalvesi e di tanti altri fedeli.
foto di Franco D'Addona
Intervista a Don Teodoro Rapuano, regista, sceneggiatore e scenografo di “Amerò sempre”
Don Teodoro, come è nata l’idea di questo film?
"E’ nato come un progetto parrocchiale di coinvolgimento della comunità. Di fatto gli attori sono tutti della parrocchia. Sono più di 500 le persone che hanno partecipato all’intera realizzazione. Ognuno ha curato, secondo le indicazioni date, il costume che doveva essere ambientato nella Montecalvo del 1700. Poi abbiamo scelto le varie location dove questi attori non professionisti sono venuti a girare le scene".
Il cinema al servizio della Chiesa e della storia.
"Esatto. Il film è servito a far conoscere meglio la figura di San Pompilio non solo ai montecalvesi ma a tutti i telespettatori. E’ una figura straordinaria, di un Santo del 1700, la cui storia e il cui modo di fare apostolato non può che appassionare. San Pompilio ha lottato anche contro i suoi superiori perché lo volevano più riservato a casa e nell’ambiente scolastico. Lui invece, oltre a fare il suo dovere come insegnante, si dedicava moltissimo a curare i poveri e a dare quella cultura necessaria alle persone meno fortunate perché attraverso la cultura potessero risorgere dalle loro indigenze".
Tra l’altro, Montecalvo ha ospitato di recente anche le reliquie del Santo.
"Si, i padri di Campi, dove è sepolto San Pompilio, hanno deciso di fare una ricognizione canonica del corpo, cosa che avverrà all’Università di Milano, dove poi attraverso una bottega si realizzerà una nuova teca artistica per contenere le ossa del Santo. Allora, in questo tragitto verso Milano si è fermato anche qui, per un paio di giorni. E’ la quinta volta che il suo corpo raggiunge Montecalvo. Stiamo parlando di 250 anni dalla morte".
Un evento straordinario per la comunità.
"Sicuramente. Sono stati tre giorni intensissimi, densi di preghiera. La sola presenza dell’urna, qui a Montecalvo, crea un’atmosfera unica, che unisce tutta la popolazione e fa dimenticare tanti problemi. L’abbiamo già sperimentato altre volte in passato, quando il corpo è venuto, per esempio, nel 2000, durante il Giubileo, e nel 2010, per il terzo centenario della nascita del Santo. Ogni volta che l’urna arriva a Montecalvo si crea un’atmosfera di grande entusiasmo e, soprattutto, di grande spiritualità. Anche il film ha dato il suo contributo a creare quest’atmosfera".
Da chi le piacerebbe che venisse visto adesso questo film?
"Da coloro che hanno bisogno di un po’ di speranza, dalle persone che soffrono perché attraverso la testimonianza di san Pompilio emerge il concetto della sofferenza come qualcosa che non è mai vana ma in cui è possibile trovare un significato se affidata a Dio. Lui, Pompilio Maria Pirrotti, ha sofferto tantissimo ma ha sempre reagito di fronte alle ingiustizie. E allora chi ha bisogno di speranza, chi ha bisogno di sperimentare la misericordia di Dio, come ci ricorda Papa Francesco, anche in vista del prossimo Giubileo sulla Misericordia, può trarre da questo film un messaggio di incoraggiamento.
E’ uno sprono anche per impegnarci sempre di più nel sociale e per i poveri. E’ un film che commuove perché la gente si immedesima nelle vicende storiche e spirituali di San Pompilio, figura che forse il Papa non conosce ma che è molto vicina al suo apostolato, alla sua predicazione quotidiana".
Magari Papa Francesco riuscirà a vedere questa sua opera…
"Sarebbe una bella cosa, sicuramente. Gli piacerebbe molto la figura di San Pompilio, ne sono certo. Questo film è piaciuto molto, tra l’altro, anche ai fedeli spagnoli perché San Pompilio è molto conosciuto nei Paesi di lingua spagnola. Recentemente abbiamo infatti avuto la visita di persone provenienti da Tenerife, devote al Santo, venute qui al Sud Italia proprio per visitare i luoghi pompiliani, Montecalvo e Lecce".
Articolo pubblicato sul numero Dicembre/Gennaio 2016 del periodico XD Magazine