La situazione attuale relativa all’Alto Calore, a seguito dell’iniziativa della Procura di Avellino che ha avanzato richiesta di fallimento, impone di rinnovare un impegno istituzionale che porti ad adottare provvedimenti concreti, al fine di porre le basi di una diversa e più giusta gestione dell’ente idrico.
In questa fase molto delicata bisogna agire per garantire la continuità di tutte le attività dell’Alto Calore, nel rispetto di quanto previsto dal suo statuto, salvaguardando e potenziando la totale natura pubblica del capitale sociale della s.p.a., nonché scongiurando un ingresso di soggetti privati nella gestione, un fattore, questo, che incentiverebbe logiche di profitto a scapito dell’interesse collettivo. Ad oggi, tra l’altro lo stesso statuto dell’Alto Calore in vigore afferma all’art. 5, comma 2, che “Il capitale sociale può essere sottoscritto e posseduto esclusivamente da enti locali”.
In virtù di ciò, è opportuno che la società Alto Calore Servizi s.p.a. valuti di avanzare una richiesta di concordato preventivo fallimentare in continuità aziendale, al fine di salvaguardare la gestione pubblica della risorsa idrica, con relativo piano di ristrutturazione.
In secondo luogo, è importante che la Regione ed il Governo si impegnino per la salvaguardia della gestione pubblica dell’acqua nei territori attualmente serviti dall’Alto Calore Servizi s.p.a. valutando la possibilità di promuovere una operazione di cessione del ramo d’azienda profittevole ad un nuovo ente, partecipato dai Comuni e dalle Province della Regione Campania soci del vecchio gestore, con la successiva richiesta di concordato o procedure stragiudiziali della parte residua della società con forti passività, o attraverso l’enucleazione e la successiva messa in liquidazione del ramo non profittevole, ovvero, ancora, mediante la predisposizione e realizzazione di adeguati piani di risanamento.