A16, il corridoio dei disperati in fuga. La Napoli-Canosa torna al centro dei traffici umani

di , Venerdì, 25 Settembre 2015

Profughi abbandonati in autostrada: il fenomeno si ripete

Ai tempi d'oro del contrabbando di sigarette era il circuito perfetto, la via ideale dei traffici illeciti dalla Puglia a Napoli, e viceversa. La A16 è poi diventata un corridoio umanitario per i clandestini curdi in fuga dalle persecuzioni del regime irakeno. Giovani uomini stipati nei cassoni dei Tir provenienti dalla Grecia scaricati puntualmente lungo l'arteria che collega la sponda est a quella ovest del Sud Italia scollinando per le terre un tempo battute dai briganti.

Il fenomeno è andato avanti per molti anni fino al tragico epilogo dell'estate 2002 quando cinque giovani clandestini curdi furono trovati morti asfissiati all'interno di un autoarticolato proveniente dalla Bulgaria e imbarcato a Igoumenitza. La storia oggi si ripete sull'autostrada che si fa via di speranza per gli immigrati, e percorso alternativo per raggirare il resto d'Europa che alza muri ai suoi confini e si recinta col filo spinato. Le vie del mare portano sulla via che scorre tra Puglia e Campania, a volte porto franco dove far sbarcare dai Tir uomini e donne in fuga da Paesi lontani dilaniati da conflitti, miserie e carestie.

E c'è chi si incammina pure a piedi lungo la Napoli-Bari per lasciarsi alle spalle dolori e incubi che forse la strada può aiutare a superare chilometro dopo chilometro.

Alla fine i migranti che solcano altre strade hanno davanti un altro viaggio e una città dove approdare.



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