Danze musiche e saltelli, colori e allegria. Questi sono gli ingredienti migliori per insegnare a tutti chi era don Bosco. Ritorna ad Ariano Irpino e a distanza di due anni il musical su Don Bosco della Compagnia SulReale
Un musical per ricordare la vita e le opere di Don Bosco, che 150 anni fa, sognò una carta dei diritti per gli adolescenti costretti fin dalla tenera età a lavorare, consacrandosi come una sorta di precursore dei sindacati dei nostri giorni.
Verranno raccontate le difficoltà dovute alla nascita dei primi oratori ed i grandi successi ottenuti con la creazione delle prime missioni per rammentare e far rivivere i momenti salienti di questa storia straordinaria. Non mancheranno i riferimenti alla realtà storica e sociale del periodo, nonché alcuni momenti più allegri e acrobatici. abbiamo deciso di intraprendere questa nuova avventura” perché Don Bosco è un personaggio attualissimo.
Già perché Don Bosco, 150 anni fa, sognò una carta dei diritti per gli adolescenti costretti fin dalla tenera età a lavorare, consacrandosi come una sorta di precursore dei sindacati dei nostri giorni. E poi, in un mondo come il nostro, dove i valori sembrano non essere più importanti, Don Bosco avrebbe, come ha avuto allora, un ruolo importantissimo.
“Lui era un prete che viveva in mezzo alla gente, sulla strada. Un operaio di Dio (titolo di uno dei brani più importanti del musical)”. Un prete da strada che faceva lavorare i giovani per sottrarli alla “malavita”. Un prete che educava ai valori. Un grande uomo con un cuore semplice e un’umiltà infinita. Umiltà confermata anche dalla sua decisione di fondare un ordine (quello dei Salesiani) che non porta il suo nome ma quello di Francesco di Sales, vescovo francese vissuto nel XVI secolo).
Lo spettacolo con la regia di Katia Cogliano ripercorre le tappe più importanti della vita e delle opere di Don Giovanni Bosco. Dal racconto del sogno premonitore fatto a nove anni, che lo ha portato ad intraprendere la strada del sacerdozio, ai noti contrasti con la Chiesa, nella persona del cardinale, all’attacco del Maligno, quando viene mandato ad effettuare un esorcismo; dall’incontro con madre Maria Mazzarello, con la quale Don Bosco fonda l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, alle prime missioni in Argentina. Poi la prova più straziante per il Santo della povera gente: la morte dell’amore più grande, sua madre Margherita, maestra di vita, donna dolcissima ma al tempo stesso forte e determinata capace di dare a suo figlio un amore esigente e rasserenante di cui il prete santo potè far dono poi ai suoi ragazzi.
Ed è proprio questo amore che darà la forza a don Bosco di trasformare il dolore immenso di una così grave perdita in uno slancio ancora più forte verso la realizzazione del suo sogno che è anche quello di sua madre. Neanche la condanna a chiedere scusa pubblicamente al cardinale, solamente per aver creduto in un mondo più giusto, impedirà a Don Bosco di rispondere con forza “Non porgo l’altra guancia”, in un accurato brano, che rappresenta la sua grande eredità: l’inno alla vita. Ancora oggi i Salesiani raccolgono migliaia di ragazzi di tutte le razze e di tutti i colori, dando loro non solo un pasto caldo, un letto dove dormire e un tetto dove ripararsi ma anche la possibilità di studiare, e di poter credere alla possibilità di un futuro migliore: è il miracolo che si ripete!
In scena Alessandro Pagliaro (Don Bosco), Marianna Chiuchiolo (mamma Margherita e suor Maria Mazzarello), Sergio Nocera (il Cardinale), Gerardo D’Addese (il segretario), Rossana Cardinale (la Madonnina e il Maligno), Carmela Pisano (la Suora), Francesca Famiglietti (la Posseduta)