Comunicato stampa
Il ballottaggio ha chiuso la competizione elettorale del comune di Ariano: dieci giorni dopo è tempo di fare un bilancio e di cominciare a porre una serie di interrogativi, tutti di natura politica, che sorgono spontanei. Prima, però, è doveroso rivolgere un sentito ringraziamento a tutto l’elettorato che, al primo e al secondo turno, ha creduto prima ancora che nel sottoscritto e nei tanti candidati che mi hanno sostenuto in questa tornata elettorale, nella possibilità di un cambiamento e dell’avvio di una fase di rilancio per la nostra città.
Ci hanno creduto in tantissimi, meno che alcuni candidati a sindaco che pur predicando il rinnovamento, nei fatti, hanno contribuito al mantenimento di vecchie logiche e sistemi di potere. Eppure, questi candidati hanno declinato il cambiamento come valore portante della campagna elettorale, hanno predicato la discontinuità dal vecchio sistema politico, addirittura qualcuno l’ha inserito nei simboli delle liste con le quali si è presentato all’attenzione dell’elettorato.
Ebbene, sono la dimostrazione più evidente di come, sempre più spesso, si predica bene e si razzola male: se si chiede il cambiamento, poi lo si deve praticare, soprattutto ci si deve impegnare affinché si realizzi. Non ci si può astenere, adottando una comoda posizione pilatesca, sperando che la provvidenza provveda a fare il resto. Un valore importante, come il ‘bene comune’, dovrebbe rappresentare la sintesi di un ragionamento che ha come presupposto il bene supremo della collettività, di una comunità, dei cittadini. Ad Ariano, invece, questo non è successo. Non c’è stata disponibilità e coerenza in tal senso da parte di chi si è proposto come il paladino del bene comune, senza sapere che per il bene comune vanno posti da parte tutti i personalismi.
Pur considerando la fortissima diaspora interna alla sinistra, devo ricordare che questa tornata elettorale non è stato il congresso di un’area politica, ma un appuntamento in cui siamo stati chiamati a votare per il futuro ed il bene comune della città di Ariano Irpino. Questo non va dimenticato. La logica del ‘niente per me, niente per nessuno’ mal si concilia con il bene comune.
Adesso, è tempo di andare avanti, la democrazia è sovrana, così come l’esito delle votazioni. Mi preme ribadire ulteriormente che se c’è una maggioranza, c’è anche una opposizione, altrettanto chiara e netta, che tutti noi siamo chiamati a svolgere, senza sé e senza ma, e con massima coerenza. Non tocca a me spiegare cosa significa fare opposizione politica, non è la contrapposizione fine a se stessa che mi anima.
Se ci dovessimo trovare di fronte a provvedimenti tali da ridurre la pressione fiscale - così come promesso dalla maggioranza in campagna elettorale - o a iniziative volte a difendere gli enti e le strutture dello stato decentrate sul territorio, o, ancora, per promuovere lo sviluppo del territorio, statene certi che il nostro appoggio sarà incondizionato.
Non sarà il mio appoggio, né quello dei consiglieri eletti tra le liste che mi hanno sostenuto al primo turno, ma quello dei 64 candidati e di tutti coloro che ci hanno sostenuto. Il gruppo che ha creduto nella mia persona e che ha sostenuto la mia candidatura a sindaco è più unito e compatto di prima. L’ultima riunione con l’intera squadra lo dimostra: abbiamo tracciato un solco e avviato un percorso, non ci fermiamo. Andiamo avanti, per il bene di Ariano Irpino e degli arianesi, per il ‘bene comune’.