"Chi uccide in nome di Allah non è un musulmano"
Mohammed Ezzine è un marocchino integrato perfettamente nella nostra società.
Vive qui da ventisette anni, e a Casablanca torna solo in vacanza. E' interprete accreditato presso le Questure di Napoli e Benevento, mediatore culturale per l'inserimento sociale dei migranti e vice presidente dell'Acli Sannio.
"L'Islam è religione di pace, non di guerra- dice subito Mohammed, commentando i tragici avvenimenti parigini-. Chi uccide usando il nome di Allah non è affatto un musulmano è solamente un folle, uno squilibrato". La voce si incrina appena analizzando il salto di qualità dei terroristi di Daesh, come dispregiativamente gli arabi chiamano i militanti dell'IS. Mohammed nelle ultime ore ha fatto la spola tra casa e il Comando Provinciale dei Carabinieri. Conosce molto bene il fenomeno dei musulmani fragili che si fanno incantare dalla strategia del terrore professata dall'Isis per creare lo scontro di civiltà. "La religione è usata come alibi, come paravento- incalza sempre Mohammedi Ezzine-. Non c'è un versetto del Corano che inneggia alla morte dei cristiani o comunque a commettere stragi in nome del Profeta. Chi fa questo lo fa di sua iniziativa non perché ispirato da Profeta.Oggi mi sento cristiano, e sono pronto a dare la vita per l'Italia". Sono parole forti quelle pronunciate da Ezzine, italiano di adozione, esemplare padre di famiglia.
"Le mie figlie frequentano tutte le attività didattiche, mia moglie è una donna libera- asserisce sempre Mohammed-, viviamo qui da anni e abbiamo tantissimi amici. Siamo integrati nel tessuto socio-economico di questa bellissima terra e da qui non abbiamo nessuna intenzione di andare via. Quanto posso fare per il bene dell'Italia lo farò sempre e volentieri".