A poco più di una settimana dal taglio del nastro della prima edizione della fiera della ceramica, scoppia la polemica ad Ariano Irpino. I ceramisti del Tricolle non avrebbero digerito un vecchio articolo di Mario Pagliaro, ripescato nelle scorse settimane sul blog La Bottega delle Mani. Nel pezzo ‘incriminato’ si legge un duro attacco alla ceramica arianese.
A parlare, è Luigi Russo, maestro ceramista arianese tra i più conosciuti e quotati a livello nazionale ed internazionale, appartenente ad una storica famiglia di ceramisti.
“I fratelli Russo con una sinergia di intenti parteciperanno all’evento e ne saranno parte attiva senza farsi “intimidire” dalla consapevolezza che l’organizzatore (Arch. Pagliaro) alcuni anni fa ha denigrato la ceramica arianese colpevolizzando (forse con cognizione di causa) il nostro mercato interno. L’evento deve contribuire a rilanciare il settore della ceramica e più di tutto a coinvolgere quelle persone che in passato si sono viste impegnate solo ad elargire critiche distruttive. Non abbiamo più il tempo di perderci in inutili e dannose divisioni che giocano a sfavore di un necessario rilancio e consolidamento di un settore strategico per lo sviluppo di tutto il territorio”, il commento amareggiato di Luigi Russo.
Russo prosegue poi il suo ragionamento in questo modo:
“Parlare oggi di artigianato della ceramica arianese è sempre più urgente per non perdere l’occasione di una rinascita. Certamente vedere sotto tono una città che per secoli ha recitato in questo settore un ruolo di primissimo piano nel panorama nazionale è abbastanza sconfortante. Perché Ariano conta così poco in un settore che, invece, potrebbe dare ancora grandi soddisfazioni ed un sicuro avvenire a tanti giovani che reclamano occupazione e lavoro? Pur avendo chiara una risposta a questo interrogativo mi avventuro a valutare due possibili ipotesi: la prima potrebbe essere la mancata affermazione di Ariano in un settore che è l’espressione della sua tradizione, nonché della sua arte, dipenda, forse, dalla disattenzione dei vari Amministratori che si sono avvicendati sulla scena politica della nostra città. La seconda potrebbe essere riconducibile all’atavico lassismo dei cittadini che non riescono a trovare il modo di attivarsi per riconquistare un valore che, se difeso, nessuno ci può negare. L’iniziativa promossa il 20 marzo deve scuotere le coscienza perché può rappresentare l’inizio di un rinnovato splendore della nostra arte”.