Avellino, capitale dell'enologia meridionale

di , Domenica, 12 Ottobre 2014

L'istituto agrario De Sanctis da sempre all'avanguardia. La passione per il vino si insegna tra i banchi della storica scuola irpina

Entri nella biblioteca dell’Istituto Agrario di Avellino e respiri la storia. Ferma lì che pare parlarti, testimoniarti le tue radici, il lavoro intenso svolto nel passato. Libri antichi sull’agricoltura, ben catalogati.  Macchinari, utensili per la viticoltura usati nel secolo scorso. Una “macchina fotografica” antichissima  ci ricorda un noto film in bianco e nero dell’artista napoletano Totò. Un tuffo breve nel novecento, una capatina in una storia poche volte raccontata e documentata. Quella che non  parla di date, di guerre e di politici. Ma una storia vissuta, fatta di arnesi, attrezzature agricole utilizzate dai nostri nonni e bisnonni. Testimonianza autentica del lavoro intenso e appassionato nella terra, dell’amicizia con la natura, l’ambiente, il frutto ricavato con fatica fisica, sudore e rispetto amoroso verso il prodotto finito. È la nostra storia, la nostra cultura. Il nostro orgoglio. Siamo nell’Istituto agrario di Avellino, settore Viticoltura ed Enologia. Dai finestroni vediamo i vigneti. Adagiati, verdi. Disposti in fila con minuziosa precisione.

Immagine di Cittadiariano.it

Il profumo all’esterno è quello dei prati verdi. All’interno respiriamo un’aria fresca, da cantina, e un leggero, remoto odore di mosto. Tutto l’ambiente sembra coccolare e custodire il vino. Nel suo gusto, nel suo colore naturale, nel suo profumo. La Prof.ssa Aldorasi Angelina è il Dirigente scolastico dell’Istituto Superiore Tecnico Agrario “Francesco De Sanctis” e ci dichiara: «da due anni dirigo questa scuola. I ragazzi affluiscono da tutta la regione e abbiamo anche il valore aggiunto del convitto per la residenzialità. Quando ho preso la direzione dell’Istituto ho avuto un impatto molto positivo. Mi sono trovata di fronte ad una mente molto pratica, sono ragazzi molto responsabili, con i piedi piantati in terra. Sono fattivi e pragmatici i nostri alunni. Molto diretti, pratici. E’ questo il nostro patrimonio. Molti allievi hanno già un’azienda familiare e vengono qui per avere maggiori conoscenze e continuare l’attività avviata dai genitori. Abbiamo iniziato un bel percorso che ho voluto far conoscere alla città di Avellino. L’autunno scorso (2013) abbiamo invitato tutte le scuole medie ad assistere alla vendemmia, abbiamo avuto due-tre mila alunni con noi. È stato molto bello. Abbiamo anche un piccolo uliveto e hanno visto come si ricava l’olio. Il nostro obiettivo è far conoscere questo Istituto perché possa diventare importante per lo sviluppo locale all’estero. Noi abbiamo una tradizione agricola ed enologica. I nostri vini sono conosciuti un po’ in tutto il mondo. Dobbiamo educare i giovani ad una competenza appropriata: a lavorare la terra nel rispetto delle norme europee, nel rispetto dell’ambiente e facendo sistema. I prodotti vanno realizzati nel rispetto dell’ambiente e intorno a questo bisogna creare un turismo. Se riuscissimo a gridare tutto questo forse anche la politica ci ascolterebbe perché ne abbiamo bisogno. Però ci ascolta l’Europa. Chi è preposto, come la stampa, gli insegnanti che rendono “buona” la scuola, deve contribuire a tutto questo meccanismo. Accanto a questo c’è un lavoro molto complicato fatto con le famiglie che si scontrano spesso con noi. Molte volte è giusta la loro lamentela. La maggior parte dei docenti ogni giorno sostituisce anche una famiglia assente che non ha più ruolo sociale e si sta “mangiando” anche il ruolo di professore che svolge al meglio le proprie attività. C’è tanto lavoro silenzioso eseguito dai docenti, sempre vicini all’alunno. Ieri la famiglia c’era. Oggi siamo completamente soli. In Europa dicono che le fondamenta della scuola pubblica italiana sono ottime. Nei paesi scandinavi il vino viene fatto con le bustine. Sarebbe interessante far venire fuori la necessità e la capacità d’imprenditorialità e rischio basate sulle competenze individuali e la qualità di questa terra baciata dal sole. Noi abbiamo “stuprato” questa terra, adesso molto inquinata. La Svizzera voleva comprare un pezzo della nostra Irpinia per custodirla. È il tempo di superare il feudalesimo e il medioevo: è l’ora di metterci insieme in più persone per esportare nel mondo i nostri vini. Siamo stati individuati “Istituto ambasciatore del vino”. L’istituto nasce nel 1879 con decreto emanato da Umberto I a Torino, grazie all’intuizione di Francesco De Sanctis, che fonda la “Regia Scuola di Viticoltura ed Enologia”, con l’ obiettivo di sollevare le condizioni dell’ agricoltura provinciale e dell’ attività sua più pregnante, quella vitivinicola. Nella mente del grande letterato irpino  la soluzione era chiara: “Quando avremo scuole popolari, scuole tecniche per gli operai, scuole agrarie, scuole industriali, nuove vie si apriranno per guadagnarci la vita … (16 ottobre 1860 )”. Occorreva, quindi, combattere contro l’ignoranza e l’analfabetismo delle classi subalterne ma anche di quelle dominanti ed in questo l’istruzione tecnica avrebbe dovuto occupare un ruolo centrale. Assunto nel 1868 il ruolo di Ministro della Pubblica Istruzione, De Sanctis affidò al professore Girolamo Caruso, direttore dell’ Istituto Agrario Superiore di Pisa, lo studio per la realizzazione di tre cattedre.

vigna uva

Questa la storia che ci viene fornita dai Prof. Stornaiuolo Antonio e Guerriero Sabato, che ci accompagnano nella visita dell’edificio e delle cantine. Vere grotte con soffitto alto, fresche e asciutte. Nel documento informativo che ci fornisce il prof. Guerriero leggiamo inoltre che «Caruso, venuto ad Avellino,  si convinse che la scelta migliore sarebbe stata l’ istituzione di una Scuola di Viticoltura ed Enologia, date le condizioni ambientali favorevoli alla coltivazione della vite. Allora, nello stesso anno, il Ministro dell’ Agricoltura diede il suo assenso per la fondazione di tre scuole di enologia, una in Piemonte, una ad Avellino ed una a Catania. Finalità della Scuola oggi è quella di offrire le migliori condizioni per la realizzazione del successo formativo di ognuno attraverso la realizzazione di specifici obiettivi educativi, formativi e didattici, interagenti nel processo formativo. Il perito agrario specializzato in viticoltura ed enologia (enotecnico), oltre alle possibilità di impiego del perito agrario, trova la sua naturale collocazione in aziende ad indirizzo viticolo - enologico, cantine sociali o cantine industriali e laboratori enologici. L’ enotecnico è un esperto con conoscenze e competenze specifiche nel settore della viticoltura e dell’enologia. Garantisce il controllo qualitativo del processo di produzione dei vini immessi sul mercato, conosce i contesti aziendali e i connessi aspetti economici e gestionali tipici del settore viticolo-enologico, svolge assistenza tecnica e tributaria alle aziende e agli organismi del settore. Possiede, altresì, conoscenze e competenze operative e di laboratorio nel settore agrario ed agroalimentare. L’azienda agraria è un grande laboratorio a cielo aperto, dove gli alunni mettono in pratica le conoscenze teoriche specifiche acquisite in classe e completano la loro articolata preparazione. Si estende in lunghezza da N/E a S/E per una superficie di 19 ettari. La maggior parte è posta in collina con una pendenza non superire al 5%, ma facilmente accessibile, grazie alla sistemazione a “L”  larga adottata, che per modalità di esecuzione è simile al terrazzamento. L’esposizione solare molto intensa, permette di ottenere prodotti con una maturazione più che ottimale. Nell’Azienda sono presenti i seguenti fabbricati: casa del custode – ricovero macchine ed attrezzature meccaniche – officina meccanica – e un edificio scolastico di cui i locali al piano terra sono adibiti a deposito di materiali e reparti, per la preparazione e la esecuzione degli innesti. La coltivazione prevalente è costituita da vigneti, utilizzati, sia per la produzione di vini quali: AGLIANICO – FIANO – GRECO – CHARDONNAY – CABERNET – CODA DI VOLPE – SCIASCINOSO – PIEDIROSSO, che per studi sperimentali e didattici,  quali i campi per la Selezione Clonare e un’ampia Collezione ”Ampelografica” costituita da diversi tipi di vitigni sia da tavola che da vino, nonché i Vivai ove vengono sviluppati i porta – innesti e le barbatelle ottenute». La Scuola partecipa a diversi concorsi enologici e gli ultimi successi ottenuti riguardano i “Tre Conetti Gold”; l’adesione al progetto formativo “Geo Terra Madre” e progetto “Salve” (programma  comunitario per la preservazione delle specie vinicole in via di estinzione come albicocche, susine e viti). «In Italia – aggiunge infine la Prof. Aldorasi - sta aumentando molto l’imprenditoria agricola femminile. Infatti iniziamo ad avere una piccola presenza di ragazze nell’Istituto. C’è un ritorno alla terra, alla qualità del prodotto da mangiare. Siamo impauriti da ciò che ingeriamo e siamo più attenti ed esigenti». 

Articolo pubblicato sul numero Agosto/Settembre 2014 del periodico XD Magazine.


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