Grande evento allo Juventus Club DOC Ariano Irpino

di , Martedì, 15 Dicembre 2015

Il neonato Juventus club DOC Ariano Irpino inaugurato, con una splendida cerimonia, soltanto il primo novembre scorso, in occasione del 118° compleanno della Juventus F.C., è in pieno fermento e continua a distinguersi e a far parlare di se proponendo ai suoi associati e ai tanti simpatizzanti presenti in città e nel circondario, iniziative ed eventi a rilevanza nazionale.

Sono previste, infatti, in occasione delle festività natalizie numerose iniziative tra cui spicca senz’altro  il “Christmas Party”, evento spettacolo previsto per il 18 dicembre che avrà come guest stars l’ex calciatore e leggendaria bandiera bianconera, Stefano Tacconi, nonché il giornalista e commentatore di Mediaset Premium, Claudio Zuliani che avrà il compito di animare la serata.

La serata, nello specifico, si suddividerà in due momenti ben distinti:

  • il primo previsto per le ore 19,00 presso la sede del club, riservato esclusivamente ai soci, in cui si accoglieranno i graditi ospiti con i quali si brinderà alle fortune bianconere, si scatteranno delle foto e verranno autografati vari gadgets;
  • il secondo alle 20,30, a complemento del primo, consisterà in una cena spettacolo, aperta a tutti i simpatizzanti, presso il Grand Hotel Biffy dove tutti partecipanti potranno trascorrere una piacevole serata, allietata da musica e coronata da una simpatica tombolata con ricchi premi, movimentata dalla verve di Claudio Zuliani che stimolerà le memorie juventine del grande Stefano Tacconi.

 


Stefano Tacconi nasce a Perugia 13 maggio 1957, figlio di operai (Arsenio e Giannina) di un lanificio di Ponte Felcino. Da piccolo già sapeva  quello che voleva fare da grande, il calciatore, e nasce portiere per caso, quando i fratelli maggiori Giuseppe e Piero, che credono di saperla lunga soltanto perché fanno il mestiere del centrocampista, lo obbligano a stare in mezzo a una porta, un ruolo che ogni bambino rifiuta categoricamente; così trascorreva gli anni della sua infanzia in un garage con gli amici a giocare a calcio. La scuola, che spesso marinava, non era il suo forte, così a tredici anni entra nelle squadre giovanili dello Spoleto, dove inizia la sua carriera che, in seguito, lo porterà, come unica macchia di una specchiata carriera, all’Inter dalle giovanili alla primavera. Poi la serie D con la Pro Patria, la serie C con il Livorno di Burgnich, la B con la Sambenedettese, autentica fucina di grandi portieri dove il maestro Piero Persico lancia oltre al nostro anche Zenga, Ferron, Bonaiuti,  Braglia, Visi e tanti altri. Ad Avellino agli albori degli anni Ottanta, esordisce infatti nella stagione 1980-81 vivendo anche i drammatici momenti del terremoto, il giovanotto finalmente si ferma e si afferma, perché il fisico è da “goalkeeper” anglosassone aduso alle mischie e il carattere è quello di un moschettiere di Dumas. Quando Stefano decide di farsi crescere il baffo, l’aspetto da eroe di cappa e spada è perfetto. Ad Avellino è proprio quel che ci vuole, la gente sogna in grande, i “Lupi” non sono mai stati così in alto, così il portiere diventa uno dei punti di forza della squadra, e decolla con i compagni. 

Messosi in evidenza  in Irpinia si trasferisce alla Juventus nel 1983, chiamato a sostituire Dino Zoff appena ritiratosi. Coi bianconeri vince in Italia due scudetti (1983-1984, 1985-1986), e la Coppa Italia 1990. A livello internazionale vince, record per un portiere, tutte le competizioni maggiori riconosciute  dalla UEFA: Coppa delle Coppe e Supercoppa Europea nel 1984, (lasciando nell'occasione il posto al suo vice Bodini), Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale l'anno seguente, Coppa UEFA nel 1990.

Nel 1992, dopo dieci anni e 377 presenze alla Juventus, Tacconi viene ceduto al Genoa  e sostituito da Angelo Peruzzi. L'esperienza nel capoluogo ligure, che lo vede titolare con Franco Scoglio e riserva con Pippo Marchioro finisce il 12 dicembre 1994, con il primo ritiro dall'attività agonistica; infatti, il 22 agosto 2008 torna all'attività giocando in Prima Categoria Marchigiana con l'Arquata di Arquata del Tronto ottenendo l'approdo in Promozione. Colleziona anche 7 presenze in Nazionale, molto meno di quelle che avrebbe meritato; è stato il portiere titolare della Nazionale olimpica di fine anni ottanta, guidata da Dino Zoff, che ha partecipato al torneo calcistico dei XXIV Giochi olimpici di Seul, chiusi dagli azzurri al quarto posto, mentre al Campionato Europeo del 1988 e ai Mondiali di Italia ’90  Vicini gli preferisce Zenga.

Il compianto Vladimiro Caminiti amava così definirlo: “Tacconi è più potente che agile, è però un autentico drago per la capacità di vivere il match nel suo cuore nobile; quasi imbattibile tra i pali quando è in forma, recupera doti di estemporanea efficacia nelle uscite frontali, mentre sui palloni che provengono dall’out rinunzia a priori, fidandosi, spesso a torto, dei colleghi difensori che subito rampogna aspramente. E’ un grande, acrobatico portiere nel senso lato dell’espressione, soprattutto quando la sfida si infiamma; nei confronti europei è risultato spesso decisivo dall’alto di una forza e furia atletica prestigiosa, con quel suo stile un tantino gradasso o spaccone pure nel baffo, i crudeli occhi cerulei ironici, che me lo hanno fatto soprannominare “Capitan Fracassa”. Tacconi fa della porta il suo regno: essa è l’espressione del suo talento spettacolare e spericolato, uomo vero nella sfida pericolosa del calcio ama il più difficile, il sempre più difficile”.  

E’ sempre stato un grande personaggio, un tipo un po’ naif,  con una particolare attenzione al look e con una innata passione per la cucina; amava usare magliette sgargianti, tranne il giallo che per lui portava sfiga, ed era anche un modo per distinguersi dagli altri. Come lui stessa afferma, prima delle partite non riusciva mai a fare il riscaldamento; se ne stava da solo nello spogliatoio senza seguire le tabelle prescritte, non c’era scienza  nel  suo  gioco,  ma  solo  istinto e cuore. Come uomo, al di fuori del rettangolo di gioco, esprime, fin da subito, una grande personalità; dotato di spavalderia e di arguzia, aiutato da una favella fluente, è spesso al centro di grandi e piccole polemiche a causa della sua innata schiettezza e dell’incoscienza che ha sempre fatto parte del suo carattere. Quando sentiva di dover dire delle cose, le ha sempre dette. Celeberrime alcune delle  sue frasi, dettate da una lingua tagliente che gli hanno costato tante multe, che ancora oggi arricchiscono l’aneddotica del mondo pallonaro; come quella degli elicotteri di Berlusconi che sarebbero serviti per scappare prima, così tanto apprezzata dall’Avvocato Agnelli che pagò la metà della multa rifilatagli dalla società. Attualmente è sposato con Laura Speranza dal ’98 da cui ha avuto 4 figli: Andrea, Virginia, Alberto e Vittoria; ed oggi, dopo alcune incursioni, non molto fortunate in politica, e qualche cameo al cinema, lo si vede spesso in trasmissioni televisive, l’Isola dei Famosi e, saltuariamente, come opinionista in varie trasmissioni nazionali.

Claudio Zuliani nasce a Milano il primo dicembre 1966, dopo gli esordi  nel programma di 7 Gold Diretta stadio, al quale partecipa in qualità di telecronista, commentatore e tifoso della Juventus, dal 2009 è telecronista delle partite della Juventus per Mediaset Premium prendendo il posto di Andrea Bonino e Paolo Brosio. Il 12 luglio 2012 ha pubblicato il suo primo libro, scritto insieme a Massimo Pavan, dedicato alla vittoria della Juventus del campionato 2011-2012, intitolato 1-2-3 stella! Vincere è l'unica cosa che Conte! Nel maggio 2013 è uscito il suo secondo libro, Trentuno - Juve, storia di un tricolore, scritto sempre con la partecipazione di Pavan. Attualmente commenta le partite della Juventus su Premium Mediaset calcio.

Celeberrimi i suoi siparietti in tv, quando contrappone la sua verve di tifoso innamorato della Juve agli strali degli altri giornalisti faziosi quali Tiziano Crudeli e Carlo Pellegatti del Milan, Elio Corno e Corrado Fumagalli dell’Inter e, soprattutto, Carlo Zampa della Roma, Carlo Alvino e Raffaele Auriemma del Napoli, molto spesso, spiazzati e battuti  dall’elegante  e pungente ironia del nostro amico.



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