Riceviamo e pubblichiamo:
Floriana Mastandrea, giornalista e scrittrice, candidata per il Senato circoscrizione Campania, alle primarie di Sinistra Ecologia Libertà, residente ad Ariano Irpino, denuncia una lunga serie di incompiute.
Un sommario elenco delle opere pubbliche incompiute chiama alle loro responsabilità le giunte comunali di centrodestra che hanno amministrato Ariano Irpino: il nuovo macello comunale giace quasi ultimato, tra le erbacce vicino alla Biogem, il vecchio macello comunale ristrutturato quale centro per disabili, non ha mai visto entrare un portatore di handicap.
Il Giorgione, un tempo significativo cine-teatro e centro di socializzazione, nonché riferimento della gioventù arianese, acquistato anni fa dal Comune è l’emblema dell’inefficienza e dello spreco di chi ha amministrato e amministra attualmente.
Sempre più fatiscente, Il Giorgione, cade progressivamente a pezzi e l’attuale giunta comunale, invece di ristrutturarlo ha acquistato il dirimpettaio palazzo Bevere e ne ha appaltato lavori di ristrutturazione, che appena iniziati si sono stoppati e probabilmente non termineranno mai.
Perché il Comune non ha ristrutturato in tutto o in parte il Giorgione, per destinarlo agli usi previsti invece per Palazzo Bevere? Perché non ha fatto una convenzione con l’ex IACP affinché ne utilizzasse almeno una parte per le case popolari carenti ad Ariano?
In Rione San Giovanni, il parcheggio in struttura realizzato non è mai entrato in funzione, anzi la scritta che ne indica i lavori porta ora la dicitura “mercato coperto”, ma il mercato continua a svolgersi a fianco all’aperto. Il Comune non rischia di dover restituire i fondi alla Comunità europea?
Stesso rischio corrono i finanziamenti attivati per la realizzazione di Via Anzani, la cosiddetta “strada panoramica”, che sarebbe meglio chiamare “la strada della vergogna” poiché è incollaudabile: marciapiedi che sprofondano, selciato mancante, lastre di pietra che sobbalzano al passare delle auto, con rischio di incidenti e con un Comune che non è neanche capace di impiegare un operaio a fissare con un po’ di cemento le lastre di pietra che, per effetto domino, salteranno sempre di più.
Monumento alla inefficienza è la fontana, che non solo non getta acqua, ma addirittura non riesce a scaricarla: la fontana si riempie con la pioggia e si prosciuga con il sole.
Tra le ultime chicche di Via Anzani, il parcheggio in struttura parzialmente costruito e ora abbandonato: chi pagherà per lo spreco di denaro pubblico? Possibile che in una strada nuova non vi sia almeno un cartello che ne indichi il nome, ma in sua vece ci sia soltanto quello di “strada dissestata”?
E l’elenco potrebbe continuare, con il parcheggio interrato nei pressi del tribunale, il risanamento delle mura tranesi, e così via con le incompiute.